La Roma in blackout spenta dalla Samp e dai propri errori

Il Corriere dello Sera (L.Valdiserri) – Le rimonte sono esaltanti, ma hanno due controindicazioni: fanno sprecare un sacco di energie e non consentono passi falsi. Ne basta uno per compromettere il lavoro di mesi. Così la Roma, che aveva subito 2 gol nelle ultime 9 partite tra campionato e Coppe, si cappotta a Marassi contro la Sampdoria e ne prende 3 in una volta sola. Merito di Giampaolo aver convinto la squadra a giocare una gara gagliarda, basata su pressing alto e dinamismo.

Non è una sconfitta meritata, perché a tempo scaduto è stato negato ai giallorossi un solare rigore su Dzeko, ma un punticino avrebbe nascosto solo in parte i problemi incontrati: tossine in un gruppo numericamente «corto»; l’assenza di Salah, che solo gli sciocchi sottovalutano; Totti usato con il contagocce anche se ha sempre più classe di tutti, come Federer; la scelta autolesionistica di Spalletti di rinunciare a Manolas e schierare Vermaelen, sbranato da Muriel. «Mi serviva un giocatore capace di giocare la palla contro il loro pressing», ha poi cercato di spiegare il tecnico. Poteva essere un’idea, ma è diventata un boomerang: Giampaolo ha mandato spesso Muriel a puntare il belga e il gol dell’1-1 è nato proprio così. Per giocarsi davvero lo scudetto con la Juve i dettagli sono fondamentali. Spalletti, in questa stagione, ha sbagliato poche volte. Quando è successo, però, c’è stata una costante: ha lasciato la strada solita per avventurarsi in altri sentieri. De Rossi difensore centrale contro il Porto (addio alla Champions), Gerson titolare contro la Juve e poi mai più utilizzato fino al prestito al Lille, Vermaelen ieri.

La Sampdoria è stata brava a rimontare due volte lo svantaggio in tempi brevi. La difesa è davvero poca cosa, come valore dei singoli, ma l’organizzazione di gioco è di livello. Ha sfruttato la velocità e la tecnica di Muriel, ha ottenuto il massimo dall’ingresso di Schick. Il giovane ceco, classe 1996, quest’estate era stato proposto a lungo alla Roma dall’avvocato Canovi, uno dei procuratori più preparati. Costava poco ed è molto promettente, ma sono state fatte altre scelte: i sudamericani, da Iturbe a Gerson, piacciono sempre di più. Il presidente Ferrero era al settimo cielo: sente sempre molto le sfide contro la squadra di cui si professa tifoso e ieri era il primo degli ultrà blucerchiati.

Le ultime ore di mercato chiariranno il destino di Paredes (se partirà, piace Baselli). La sconfitta dovrebbe essere un campanello d’allarme per la Roma. La squadra va rafforzata, non indebolita. Dovesse partire l’argentino, l’unica soluzione vera sarebbe far arrivare subito Kessié. Ma la situazione vera del fair play finanziario giallorosso la sa soltanto il presidente Pallotta. Il Napoli ha perso una grandissima occasione ma è a meno 2, l’Inter sogna di rientrare in zona Champions. Da Boston quali risposte arriveranno?

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