La rivincita di Pallotta: «Stavolta ho cantato io. E la curva dove sta?»

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La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – Tutti a tifare, tutti lontani tra loro, tutti distanti dall’Olimpico. Stranezze da calcio italiano del Terzo Millennio, stranezze da derby romano, sentito come sempre eppure stravagante come mai, con le due curve vuote e una contestazione verso i tutori dell’ordine pubblico che comincia a contaminare anche i soliti volti della politica interessata al tifo e al consenso.

IL TIFO DI PALLOTTA – Stavolta, però, l’ultima parola la vuole avere uno dei protagonisti degli ultimi mesi, ovvero James Pallotta, che sottolinea ironico: «A chi protesta dico che durante il derby sono io che ho cantato: “E la curva dove sta?”». Un modo per dire che non ha timori di sorta. E non c’erano dubbi, visto che il presidente nella scorsa primavera aveva aperto il fronte contro i «fucking idiots» tra gli ultrà (non tutti) e poi da mesi si è fatto mediatore tra le legittime misure di sicurezza portate avanti dal prefetto Franco Gabrielli e le altrettanto legittime rimostranze di quei tifosi – non quelli violenti e autoreferenziali che ritengono la curva Sud zona franca – che si sono scoperti spostati, divisi o con una visuale ridotta.

ULTRÀ IN HOTEL – Ma se le curve sono state vuote, gli ultrà non hanno lasciato sola la Roma, e così quasi un migliaio di loro – intorno a mezzogiorno – è andato fuori dall’hotel in zona Monte Mario dove i giallorossi erano in ritiro. Per la squadra cori e incoraggiamenti, tanto da spingere prima Garcia e poi alcuni giocatori a uscire fuori per un breve saluto. Inutile dire però che non sono mancati cori neppure contro il prefetto («Gabrielli pezzo di m…» e «Questa curva non si divide») e contro lo stesso presidente, a cui è stato cantato: «Ma Pallotta dove sta?», alludendo sarcasticamente al fatto che il numero uno del club, in una chat del mese scorso, aveva espresso il desiderio di vedere la partita in curva. In ogni caso la posizione dei tifosi è resa esplicita anche da uno striscione: «Fuori per dignità e rispetto della storia. Che il nostro grido porti alla vittoria. Non chiamatelo derby».

GARCIA CHIAMA – Invece derby è stato, con Garcia che ad un certo punto del match ha chiamato il tifo di chi c’era con gesti eloquenti. E alla fine lo stesso Pallotta spiega: «Sono molto felice. La Roma ha giocato da squadra per 90’. Agli ultrà ricordo che sono a Boston provando a costruire uno stadio per la Roma. Questo forse lo apprezzeranno?». Ma è la partita a coinvolgerlo, e così aggiunge: «La squadra mi è parsa in grande forma fisica, spero solo che Salah sia ok. Il fallo poteva essere da “rosso”». Tutto sommato, però, sono spigolature di soddisfazione, simili a quelle finali del d.g. Baldissoni. «Negli ultimi 9 giorni abbiamo avuto tanti impegni perdendo immeritatamente a Milano ma siamo soddisfatti. Il successo nel derby vale doppio. La squadra è costruita per vincere, ma dobbiamo edificare questa mentalità ogni giorno e la squadra sta crescendo in questo. Finalmente non abbiamo preso gol. Avevamo tante assenze, ciò nonostante abbiamo dominato il gioco e il campo». Peccato per chi non c’era a godersi lo spettacolo.

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