
Il Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) – La Roma vince la sesta delle ultime sette partite, consolida il secondo posto, nonostante la regolarità di Napoli e Lazio, ma soprattutto si avvicina prepotentemente alla Juve caduta a Firenze e ora a un solo punto, sia pure con una gara da recuperare. Come una settimana fa, basta un solo gol, questa volta di Nainggolan e le prodezze di Szczesny per portare a casa la seconda vittoria consecutiva in trasferta. E’ completata la metamorfosi della squadra giallorossa, non più la più prolifica del campionato, ma con una difesa che nelle ultime sei partite ha incassato solo due gol. Sembrava tutto facile all’inizio, con la possibilità di chiudere la partita dopo diciotto minuti, mentre l’Udinese ha sperato fino all’ultimo di raggiungere il pareggio, anche se è mancata nelle finalizzazioni. La Roma nelle ultime settimane è forse meno bella, si piace anche di meno, ma è più pragmatica e concreta, capace di gestire il vantaggio senza andare in affanno, come ha fatto anche a Udine, anche quando Del Neri ha dato più peso all’attacco. La squadra giallorossa ha vinto quattordici partite sulle venti giocate. Solo nell’anno dello scudetto (2000-01) era riuscita a fare meglio, con quindici.
DIFESA BLINDATA – Alla ricerca della regolarità in trasferta, Spalletti ha confermato la difesa a tre, con il rientro di Manolas e la conferma di Juan Jesus. Fazio ha vinto il duello molto fisico con Zapata. A centrocampo Strootman l’ha fatta da padrone, con personalità e muscoli. Nainggolan, uomo ovunque, ha compensato la partenza lenta di Paredes, al rientro da titolare, che è cresciuto alla distanza. In attacco El Shaarawy ha dato una grossa mano a Dzeko all’inizio, prima di spegnersi rapidamente. L’Udinese, pensata da Del Neri con il 4-1-4-1 e la difesa molto alta, ha dovuto rinunciare a Widmer, sostituito da Faraoni. Kums ha cercato di togliere spazio a Nainggolan, con scarsi risultati, e la Roma ha vinto la partita proprio a centrocampo, dove ha conquistato tutti i duelli e dove ha imposto la maggiore qualità di palleggio.
PIÙ ROMA – I friulani hanno lasciato l’iniziativa alla Roma sin dall’inizio e dopo cinque minuti la Roma ha avuto due grandi occasioni per passare in vantaggio. Ma il gol è arrivato poco dopo, al 12,’ con una straordinaria azione impostata e conclusa da Nainggolan, quarta rete in campionato per il belga. Pochi minuti dopo la Roma ha avuto l’occasione per chiudere la partita, ma il decimo rigore stagionale, concesso da Damato per fallo di mano di Faraoni su cross di El Shaarawy, è stato calciato in curva da Dzeko. Il risultato è rimasto in bilico e l’Udinese nel finale del primo tempo ha alzato il baricentro, passando al 4-3-3, portando De Paul e Thereau più vicini a Zapata. Finirà per avere un maggiore possesso palla (54 per cento) rispetto alla Roma. Per tre volte Szczesny è stato decisivo su Felipe e De Paul, lo era stato anche nelle ultime partite e la Roma è andata al riposo in vantaggio.
ECCO TOTTI – Nella ripresa Del Neri ha cambiato ancora, alla ricerca del pareggio. Prima è passato al 4-4- 2, con Thereau e Zapata davanti, poi ha inserito anche Perica, riproponendo il tridente. Alla Roma è mancata la spinta sulle fasce, Bruno Peres ed Emerson Palmieri non sono mai arrivati sul fondo e la squadra ha finito per abbassarsi troppo. Così dopo un quarto d’ora Spalletti ha inserito Totti al posto di El Shaarawy, calato dopo una brillante partenza. Il capitano ha tagliato il traguardo del venticinque anni di serie A, era l’unico cambio vero che il tecnico aveva in panchina e appena entrato Totti ha creato subito un’occasione per Nainggolan. Era un momento cruciale della partita Spalletti aveva bisogno di un elemento di spessore capace di gestire il gioco. La Roma si è risistemata con il 3-4-1-2 e ci sono state altre due occasioni di Dzeko per chiudere la partita. Ma per il bosniaco ieri non era giornata. Mentre Szczesny ha negato ancora il gol a Thereau.
