La rincorsa lunga del Ninja Nainggolan con la Roma e la Nazionale

La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – È arrivato in nazionale sor­ridente e si è regalato persino un selfie in aereo pri­ma della partenza. Staccare la spina prima del derby, dopo le polemiche della scorsa stagione quando aveva previsto l’eliminazione in Coppa Italia della Lazio -­ previsione errata ­- gli fa­rà bene, ma soprattutto a Radja Nainggolan fa bene tornare a respirare l’aria della selezione belga. I rapporti con il c.t. Mar­tinez sono ancora freddi, ma il centrocampista ha assicurato che ci parlerà presto. Magari lo ha fatto già ieri sera, forse lo farà oggi, sta di fatto che Naing­golan vuole fare di tutto per andare al Mondiale. Ecco perché le amichevoli contro il Messico di Moreno e il Giappone (10 e 14 novembre) per lui avranno un significato maggiore. Con­ vincere Martinez non sarà sem­plicissimo, dimostrargli che sul campo non può fare a meno di lui è l’obiettivo di Radja che tra gol (uno), assist (3) e una me­dia voto di poco inferiore al 6.4, non aveva mai fatto meglio nel­ le prime 11 giornate in giallo­rosso. «Devo essere onesto – ha detto appena arrivato nel ritiro del Belgio –, pensavo che il c.t. mantenesse la sua linea. Per il Mondiale voglio esserci, da tito­lare o da riserva non importa».

RUOLO – E poi, in fondo, non im­porta neppure in che ruolo: «Io penso solo a dare il massimo», ha chiarito Radja. Nel Belgio come nella Roma, nonostante all’inizio faticasse ad accettare la decisione di Di Francesco di riportarlo al vecchio ruolo di mezzala. Giocare più avanti gli piaceva, ma mai Nainggolan ha detto una parola fuori posto: si è confrontato con l’allenatore, poi si è messo a disposizione e l’ottimo secondo tempo di Fi­renze è la prova della sua cre­scita. Nel Belgio, invece, dice di essere «uno dei due centrocam­pisti centrali, non mi sento in competizione con Hazard o De Bruyne. Ho altre qualità, non mi sento l’uomo che fa la diffe­renza. Posso segnare dei gol an­che giocando a centrocampo, l’ho già fatto in passato». E, in passato, cioè lo scorso anno, giocava nella Roma con Vermaelen, tra i più contenti nel rive­derlo in ritiro. «Sono tornato a casa», ha scritto Nainggolan su Instagram e non c’è una foto in cui non sorrida o non abbracci i compagni. I tifosi, poi, lo hanno riempito di messaggi: «È stato bello ricevere il loro supporto».

NIENTE LAZIO – Talmente bello che Radja ha de­ciso di mettere da parte il campionato e la Serie A per una setti­mana. E non solo perché il 18 c’è il derby e arrivarci con troppa pres­sione non è mai un bene. Nainggolan sa che de­ve dare qualcosa in più, sul pia­no tattico e comportamentale, in questo raduno e non lo nega, anche se guai a pensarci trop­po: «Non ho la sensazione che questi per me siano due esami. Spero solo di giocare bene ed essere di nuovo qui a marzo, Martinez ha detto che segue 55 giocatori e quindi vedremo. Per adesso mi godo questa felicità perché, anche se non l’ho dato a vedere, ho sofferto quando so­no stato escluso». Martinez pe­rò lo avverte: «Dovrà impres­sionarmi sia dentro che fuori dal campo». A Roma con Di Francesco non ha di questi problemi: il tecnico gli ha risparmiato soltanto le partite contro il Bene­vento, ma non stava be­ne, e Bologna, poi lo ha mandato sempre in campo, e lo ha aiutato anche Monchi, che a Londra ha avu­to modo di scambiare due parole col conna­zionale Martinez. Top secret il contenuto del colloquio, ma il d.s., da ex cal­ciatore, sa quanto per i giocatori, specialmente nell’anno del Mondiale, la nazionale sia importante. E avere un Nainggolan al massimo mentalmente prima della sfida alla Lazio è quello che lui, e tutti a Trigoria, si augurano.

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