La Gazzetta dello Sport (A. D’Urso) – Senza Dybala e con i centravanti in difficoltà, la Roma si ritrova a fare i conti con una crisi offensiva sempre più evidente. Le attenuanti ormai non reggono più: Artem Dovbyk, dopo i due rigori sbagliati contro il Lille, vive un momento di evidente smarrimento. L’ex capocannoniere della Liga sembra prigioniero della propria timidezza, incapace di incidere anche nelle situazioni più semplici. Il cambio di rigorista deciso da Gasperini, che ha affidato i tiri dal dischetto a Soulé, è il simbolo di una fiducia da ricostruire, sia nei confronti dell’attaccante ucraino sia nella fase offensiva giallorossa nel suo complesso.

Il tecnico, maestro nel rilanciare attaccanti in crisi, dovrà ora lavorare più sull’aspetto psicologico che tattico. La pazienza, però, non è infinita: Dovbyk dovrà dare subito segnali di risveglio, magari già contro la Fiorentina, dove potrà sfruttare anche la condizione non brillante di Ferguson per tornare titolare. L’obiettivo è uno solo: ritrovare il gol e l’autostima, scrollandosi di dosso errori e scetticismo.

Gasperini, intanto, continua a difendere il suo centravanti in pubblico, consapevole che solo con la fiducia può rinascere la serenità necessaria per incidere sotto porta. In allenamento, Dovbyk lavora duramente per affinare i movimenti e migliorare l’intesa con i compagni, un aspetto su cui il tecnico insiste molto. Il gol segnato al Verona potrebbe rappresentare il punto di ripartenza, ma serve continuità per cancellare i dubbi e tornare a essere il punto di riferimento offensivo che la Roma cercava in estate. Per ora, però, una cosa è certa: in caso di nuovo rigore, il dischetto non sarà più affar suo.