La prima di Monchi. Roma: e adesso come reagirai?

La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – Mentalità vincente e rispetto delle regole. Non è un manifesto elettorale verso il 4 marzo, ma il succo del discorso di ieri del d.s. Monchi alla Roma. Il primo discorso vero alla squadra da quando è a Trigoria. Finora, infatti, un po’ non ce n’era stato bisogno (da aprile dello scorso anno, da quando cioè si è insediato ufficialmente nel ruolo di d.s. giallorosso, situazioni di crisi o emergenza ancora non ce n’erano state), un po’ l’uso della lingua non gliel’aveva consentito fino in fondo. Tutto diverso da ieri, quando il d.s. spagnolo (tornato a Roma martedì in serata) ha deciso di prendere di petto la situazione e di fare un discorso netto e chiaro ai giocatori.

IL DISCORSO – «In questo momento delicato va dimostrata la mentalità vincente. Chi non dimostrerà di avere un comportamento di questo tipo, non può avere un posto nella Roma», il succo del discorso di Monchi. Durato circa 15 minuti in tutto, all’interno dello spogliatoio di Trigoria e prima della seduta di allenamento. Con il d.s. c’erano anche lo staff tecnico, Francesco Totti e il team manager Morgan De Sanctis. Nessuno degli altri presenti ha preso la parola durante il discorso (o a margine), ma le parole del d.s. sono state parole sostanzialmente condivise da tutti. Monchi non ha usato toni duri né alzato la voce, ma il timbro della stessa era fermo e i concetti espressi in modo molto esplicito. Insomma, i jolly si sono nel frattempo esauriti, da ora in poi è vietato (o giù di lì) sbagliare ancora in casa giallorossa. Ad iniziare dalla sfida di sabato prossimo, quando all’Olimpico arriverà l’Atalanta che martedì ha fatto fuori il Napoli dalla Coppa Italia. Per finire, poi, con i comportamenti dei singoli giocatori. Monchi, infatti, nel discorso di ieri non ha mai fatto riferimento esplicito alla vicenda di Radja Nainggolan e del suo Capodanno estremo, ma è chiaro che quello sia stato lo spunto per mettere i puntini sulle i. «Alla Roma esistono delle regole e chi non le rispetta non può farne parte», l’altro elemento importante delle parole del d.s.. Un avvertimento, insomma, a fare attenzione a tutto, anche ai comportamenti extra-campo.

L’ATTESA – Monchi era di ritorno da tre giorni passati in Spagna, a casa sua, con gli affetti più cari, quella famiglia rimasta nel frattempo in terra iberica. E ieri, al primo giorno di Trigoria del 2018, ha deciso quindi di prendere la situazione in mano, chiaramente di conseguenza ai brutti risultati raggiunti dalla squadra nell’ultimo mese. Con Nainggolan, invece, nello specifico non c’è stato nessun discorso diretto o face to face . Anche perché con Radja il d.s. ci aveva già parlato per telefono subito dopo il caos del primo gennaio e le cose che doveva dirgli gliele aveva di fatto già dette. Il messaggio, però, è stato appunto ribadito all’interno del discorso fatto alla squadra. E Nainggolan con l’Atalanta potrebbe anche restare fuori come segnale. O avvertimento. Già, l’Atalanta, un test importantissimo per vedere anche se i giocatori saranno in grado di assumersi le proprie responsabilità o meno. Monchi e la Roma tutta se lo aspettano, come se lo aspetta anche lo stesso Eusebio Di Francesco. Serve un’inversione di tendenza, serve un approccio diverso alle partite, ma anche una voglia di fare e di sacrificarsi maggiore. Ed estesa per tutto il corso delle gare. La Roma non può davvero permettersi altri passi falsi, non solo per non perdere ulteriore terreno dalla vetta ma anche per guardarsi alle spalle. Il quarto posto è vitale, a Trigoria si aspettano subito una reazione adeguata.

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