La mamma di Antonucci: “Il mio Mirko così bravo e umile”

Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) – «Mirko, non dare retta a chi dice che sei piccolo, fai vedere quello che sai fare con il pallone». Bruno Conti si innamorò di Mirko Antonucci dopo un provino a Trigoria e riuscì a convincere il presidente dell’Atletico 2000 a cederlo alla Roma, anche a costo di fargli perdere qualche migliaio di euro. Bruno quando era responsabile del settore giovanile non aveva soldi da spendere, ma spendeva il suo nome. Per portare Stefano Okaka a Roma diede un posto da guardiano di Trigoria al padre e fece fare l’addetta alle pulizie alla madre. Con Massimo Santopadre, allora presidente dell’Atletico 2000 e oggi del Perugia, ha puntato sulla passione calcistica. «Perchè Massimo non è romanista, di più». Di Francesco aveva portato Antonucci in ritiro a Pinzolo. Gli piace lavorare con i giovani. E gli piace questo ragazzino con la faccia spaurita. «Quanti anni hai? Bene, non me ne frega un c… Prendi ‘sta palla e punta l’avversario. Puntalo!». Le urla di Eusebio si sentivano sulla tribunetta del piccolo stadio di Pinzolo. Diciotto anni e il Dna da predestinato. Mirko è arrivato alla Roma nel 2004, quattordici anni in giallorosso, andata e ritorno da una traversa di via Appia, tra i Colli Albani e Furio Camillo. Dove diventare romanisti è assolutamente normale.

LA MADRE – Mirko è figlio unico, lo ha cresciuto la madre Lucia, con l’aiuto del nonno. Poi da due mesi ha una ragazza, tanti amici e un cane. Un procuratore, Paolo Paloni, che lo segue da quando era bambino. La mamma di Mirko ha dedicato la sua vita al figlio. Lo ha cresciuto da sola, con l’aiuto del nonno Settimio. Mercoledì ha visto la partita dell’esordio in tv: «Non me l’aspettavo, seguo mio figlio da sempre, ma di calcio non ci capisco nulla. Gli dico sempre: “sei bravo come tutti gli altri”, lui ci rimane male. In questi anni ci si è dedicato mio padre ad accompagnarlo agli allenamenti. Lo aspettava e lo riportava a casa. Nell’ultimo anno non ha potuto più per problemi di salute e allora ho dovuto chiedere a una persona di accompagnarlo. Ho detto a Mirko di prendere la patente, ancora non lo fa. Ma non posso pagare una persona per portarlo agli allenamenti. Io lavoro e non posso farlo». La passione di Mirko per il calcio è cominciata presto. «Giocava sulla spiaggia quando aveva due anni, si portava il pallone pure sotto la doccia. Quando è diventato più grande la gente si fermava a guardarlo. Abbiamo preso casa per tanti anni a Marina di Ardea, io, mia madre e lui, che come tutti i bambini aveva bisogno dell’aria di mare». La signora Lucia ha una carattere forte, ha 52 anni e lavora al sindacato. Però quando va al campo a vedere Mirko soffre: «Vado in apprensione, ho paura che sbagli, preferisco aspettarlo a casa concentrata».

TOTTI E NEYMAR – La Roma come atto di fede: «Tra i giocatori i suoi modelli sono Totti e Neymar, si chiama così? Gli piace tanto il brasiliano. E’ sempre stato tifoso della Roma ed è andato qualche volta con lo zio all’Olimpico. Mirko è un ragazzo taciturno, poi se lo conosci prende confidenza. Vuole evitare di parlare di calcio. E’ un po’ timido, ma con me ha un rapporto diretto, mi dice sempre tutto. Ora è fidanzato da un paio di mesi. Non ha ancora la patente e odia il motorino, io non glielo farei mai prendere. Si muove a piedi, se deve uscire la sera lo accompagno. Mirko si è sempre sacrificato, sin da bambino, è un bravo ragazzo, è umile, ha valori che pochi hanno. Non mi ha mai dato problemi, nemmeno a scuola. Ultimamente non ci va molto volentieri, ma quest’anno prenderà il diploma da geometra». Ha sempre fatto l’attaccante, più assist che gol: «Mirko tiene di più alla squadra, ma deve fare più gol, glielo dico sempre. Lui dice conta la squadra». A settembre quando ha firmato il suo primo contratto ha fatto un regalo alla madre: «Mi ha fatto trovare un buono per un negozio dentro una busta, dice che non mi compro mai nulla». Mirko ama vestirsi alla moda, non gli piace andare in discoteca, esce con la ragazza o con gli amici. Ha un grande rapporto con Di Francesco, che lo coccola e lo sprona. Forse ancora non è consapevole delle qualità che ha. Ha firmato il contratto fino al 2022. In prima squadra si fa ben volere da tutti, anche se i romani sono i suoi punti di riferimento. In Primavera il suo grande amico è Lorenzo Valeau. A Di Francesco in quei venti minuti a Marassi è piaciuto molto. E domenica contro la Samp potrebbe avere un’altra sorpresa: partire dall’inizio. All’Olimpico ha già segnato con la prima squadra: una doppietta contro la Chapecoense il primo settembre.

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