“La legalità rompe le barriere”. Spalletti: “Se Totti vuole fare il contratto io sono al suo fianco. Capisco la situazione dei controlli ma bisogna capire anche che gli stadi sono vuoti”. Baldissoni: “Il tifo non deve essere visto come qualcosa di negativo, non dobbiamo fare l’errore di debellarlo. Dobbiamo puntare all’eliminazione di tutte le barriere”. D’Angelo: “All’Olimpico abbiamo applicato delle regole che già esistono” – FOTO e VIDEO

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Pagine Romaniste (F.Biafora) – Le complessità che il quotidiano del vivere civile pone, trovano ristoro e soluzione nei valori, tra questi primeggia la legalità.  Proprio la legalità sarà protagonista, nella prestigiosa cornice della Sapienza Università di Roma, di un momento di incontro tra Istituzioni governative, mondo dello sport e giovani studenti ed universitari. All’incontro saranno presenti il Questore di Roma Nicolò D’Angelo, l’ex Prefetto Gabrielli e per la Roma Spalletti e Baldissoni.

LIVE

Ore 12.35 – Si conclude l’evento.

Ore 12.30 – Interviene nel finale Spalletti per alcune battute: “Alla scuola del tifo, dello sport. Attraverso il confronto, della conoscenza si riesce a migliorare. E’ fondamentale“.

Ore 12.27 – Il rettore della Sapienza dona una maglia dell’Università a Inzaghi e Spalletti.

Ore 12.14 – Ultimo intervento di giornata da parte di Gabrielli: “Il rettore ha mostrato ancora una volta sensibilità e questo è un valore. Io ho sempre apprezzato il modo di essere del questore. Inizio con un’annotazione acuta. C’è un grandissimo film del neorealismo dove Vittorio Gassman si rivolge alla sua donna, balbettante, e dice: ‘M’hanno rimasto solo, sti quattro cornuti’. La prima frase l’ho vissuta in questi mesi insieme al Questore. volevo sottolineare due cose, culturali, io sono diventato in qualche modo il simbolo di quella che il Questore ha chiamato legalità, che ha portato le barriere a Roma. Quelle stanno in un documento del 2014. Ho avuto soltanto l’onere di servitore dello Stato, non abbiamo fatto nulla di più semplice di applicare le regole. C’è un altro aspetto, vorrei sottolineare ai più giovani che in questa stagione il mio nome è stato messo di fianco a cose pesanti, a frasi pesanti. A me ha fatto un grande onore essere associato a uomini come Raciti e Falcone ma li non c’era intento di sottolineare la loro grandezza ma c’era di identificare una fine tragica. Io in questi mesi non ho mai percepito un segno di vicinanza e attenzione. Ho visto sulla stampa dei titoloni come ‘La morte del calcio’ nessuno si è mai espresso in parole solidali, niente. Faccio il poliziotto da 30 anni e sono orgoglioso di farlo, basta e avanza, ma lo trovo un deficit culturale per questo paese. Se vogliamo che le regole siano applicate, chi le applica deve essere oggetto di considerazione. La barriera ha o può avere un’accezione negativa ma come ricordava l’amministratore delegato ha anche accezione positiva, fa argine, non è detto che le dighe rappresentino qualcosa di negativo. C’è un concetto positivo che nasce appunto dal fatto dei principi. Io ho sorriso amaro quando ho sentito che la barriera impediva alla gente di abbracciarsi. 3500 persone che devono abbracciarsi con le altre 70 mila? Se qualcuno ha qualcosa da dire lo deve dire a viso aperto. Le cose si dicono con la proprio faccia, assumendosene la responsabilità e magari con modi e il giusto rispetto anche degli altri. Tutto il resto non delegittima chi sta da questa parte ma chi sta dall’altra. Gli stadi sono il luogo dove la gente manifesta il proprio tifo, giustamente, ma sono anche luoghi di pubblico spettacolo che corrispondono a delle leggi. Noi siamo un paese che “va sempre bene” poi muoiono delle persone per regole non rispettate e poi si va alla ricerca di responsabili. Io e il Questore abbiamo immaginato che le regole dovevano fatte rispettare prima soprattutto per l’incolumità delle persone.“.

Ore 12.09 – Anche la moglie di Filippo Raciti interverrà sul palco.

Ore 12.03 – Lotito e Baldissoni si stringono la mano. Ora interviene il presidente della Lazio: “Dobbiamo essere uniti per portare avanti questo cambiamento sostanziale in Italia perché abbiamo una serie di problemi che sono insostenibili. Lo dice uno che è un addetto ai lavori a 360 gradi nel calcio perché ho vissuto una squadra in Serie B che ha fatto tutte le trafila. Ho anche una rappresentanza nel mondo istituzionale sportivo e ho la possibilità di cogliere una serie di esigenze che devono essere coltivate da tutti perché altrimenti si rischia di fare retorica e l’appello che faccio è che devono aiutarci in questo compito i mezzi di informazione“.

Ore 11.51 – Queste le parole di Mauro Baldissoni, direttore generale della Roma: “Non mi piace il termine ripartenza, alcune cose sono state già fatte e le iniziative non nascono in un giorno, sono progetti portati avanti con le convinzioni, con parole e fatti. Negli scorsi anni abbiamo introdotto iniziative, sono fatti e anche investimenti, visto che per funzionare c’è bisogno dei soldi. Abbiamo aperto un villaggio per le famiglie al di fuori della Curva Sud dello stadio, che è aperto nelle partite e in quelle di maggiore affluenza ospita fino a quattromila persone, in questo villaggio ci sono giochi e possibilità di intrattenimento per i bambini. Abbiamo aperto un settore dedicato alle famiglie, che abbiamo spostato dal Distinto alla Tribuna Tevere per renderlo ancora più confortevole, dove c’è intrattenimento. Abbiamo un progetto che va avanti da due anni per le scuole elementari di Roma, “A scuola di tifo”, dove parliamo di rispetto sotto le più differenti forme. Contro il Chievo erano ospiti della società in Tribuna 600 bambini di questa iniziativa, a coronamento di tutto ciò. Questi sono messaggi che non si lanciano solo a parole ma anche con i fatti, che devono lavorare su quella che è una percezione dell’evento stadio. Io non vorrei che qui rischiamo di far l’errore di fa passare un messaggio contrario. Hai fatto riferimento al tifo che è una malattia, associando il concetto di malattia al concetto di tifo, forse sì, forse è una malattia perché si soffre per la propria squadra quando si vedono le partite, ma non dobbiamo intenderla come una malattia che dobbiamo debellare, facciamo attenzione. Il tifo non deve essere visto come un qualcosa di negativo da debellare. La legalità rompe le barriere, certo, ma dobbiamo mandare messaggi culturali positivi, fare iniziative positive per la legalità, non dobbiamo cadere nell’equivoco che il tifo significhi illegalità. Altrimenti rimaniamo un po’ prigionieri di questa situazione. Abbiamo detto più volte e lo abbiamo detto anche con le autorità con le quali ci siamo confrontati in tutti questi mesi, dal Questore al Prefetto, che se è necessario nel momento, nella contingenza, prendere dei provvedimenti che sono provvedimenti negativi, barriera ha una connotazione negativa nel suo significato, può essere necessario per motivi sicurezza, al Prefetto Gabrielli ho sentito più volte ricordare che è importante, secondo il loro provvedimento e valutazione, l’esigenza di sicurezza, anche nel senso anglosassone del termine, quindi safety, proteggere l’incolumità dei tifosi. Ma qualsiasi elemento negativo, che è necessario in un momento di contingenza, può essere associato ad un percorso che superi la negatività, che è anche il motivo di questo studio che abbiamo visto. Noi dobbiamo puntare all’eliminazione di tutte le barriere, perché la barriera esclude. Ma la barriera non ti fa prendere responsabilità, anche delle proprie azioni. La barriera si frappone tra due tifoserie avversarie ed è un modo per insultarsi, di mettersi li vicini ai vetri e di sbattere, tanto c’è la barriera che è una protezione. Quasi togli la responsabilità. Se non ci fosse la barriera ci dovrebbe essere la responsabilità di quelle azioni, perché poi ci sono delle conseguenze a quelle azioni. Noi dobbiamo continuare con questo tipo di messaggio, ma dobbiamo puntare all’eliminazione di tutte le barriere e all’assunzione massima della responsabilità da parte di ciascuno“. Scroscio di applausi alla fine dell’intervento di Baldissoni.

Ore 11.45 – Salgono sul palco Lotito e Baldissoni. Buh per entrambi, ma più marcati per il Presidente della Lazio.

Ore 11.40 – Marino Bartoletti, moderatore della conferenza, dona la maglia rosa a Inzaghi e Spalletti.

Ore 11.25 – Sul palco salgono Inzaghi e Spalletti. Queste le parole del mister della Roma: “Quello che succede a di fuori dello stadio crea dei problemi, importanti. E’ successo una volta che un calciatore è venuto da me e mi ha detto ‘mister, c’è bisogno che io non sia in sintonia con le sue regole’, in quel caso li la regola era che non si può utilizzare il cellulare all’interno dello spogliatoio. Gli ho detto di no perché è qualche anno che faccio l’allenatore ed è sempre stato così, le regole le fate voi per il rispetto reciproco all’interno dello spogliatoio, ma qualcosa ci metto anche io. Questo è una tema centrale quando siamo lì che si parla, oppure devo andare a togliergli le cuffiette per fargli ascoltare quelle due parole che dico. Mi imbarazza molto ciò. Lui mi fa ‘Si però io ho un grosso problema, ho mia moglie e miei figli che sono per strada e finché non so che stanno seduti al loro posto dentro stadio e protetti io non gioco tranquillo’. In quel caso lì gli sono venuto incontro, quelli che creano queste situazioni se vogliono bene alla Roma allora devono modificare qualcosa. I calciatori spesso danno il cellulare della moglie a un massaggiatore o al team manager perché ancora non sono arrivati allo stadio, perché è giusto che ci siano controlli allo stadio. Se prendo in considerazione la partita con il Chievo in casa c’erano molte persone e allora i controlli erano più lunghi e c’erano delle famiglie ancora fuori dallo stadio. I giocatori vogliono sapere prima di giocare se i loro figli sono al posto, perché hanno questa tensione quando entrano in campo, hanno timore che succeda qualcosa e non riescono a giocare tranquilli e se non non giocano tranquilli non si dà poi il meglio di noi stessi e non si crea lo spettacolo che poi è l’obiettivo comune. Si tenta di giocare bene, per dare poi forza alle famiglie, ai bambini e dare divertimento, in modo che partecipino. Bisogna essere tranquilli di testa. Se uno pensa a dove è la moglie… Allora io ho concesso e dovuto togliere la regola, che secondo me era obbligatoria, per far si che i ragazzi giocassero tranquilli. Li faccio parlare con qualcuno di campo, con i team manager, a cui chiedono se sono arrivati, perché se non sono arrivati dentro lo stadio non giocano con calma. Per me è fondamentale questa cosa qui. Poi siccome stamani venivo a parlare a dei futuri campioni di cultura, di conoscenza e di nuove idee, ho preso un dizionario e l’ho guardato e ho visto alla parola barriera e dice soltanto ‘ostacolo, divisione, negazione alla libertà’. Non voglio pensare a mia figlia di 5 anni a cui devo dire che per frequentare liberamente lo stadio ci vuole una barriera. Bisogna trovare delle soluzioni diverse, capisco la situazione dei controlli ma bisogna capire anche che gli stadi sono vuoti, bisogna riempirli (applausi dei ragazzi, ndr). C’è solo un momento per fare la barriera, quando tira le punizioni Totti (ride e tutti applaudono, ndr). Rinnovo Totti? E’ una domanda da fare a Baldissoni, sapevo dove si andava a parare facendo l’allenatore della Roma e ho sempre risposto allo stesso modo e sempre risponderò sempre allo stesso modo. Io sono felice se è felice Totti, se lui vuole fare il contratto io sono al suo fianco, gli do un aiuto, un supporto“.

Ore 11.00 – Queste le parole del Questore D’Angelo: “Di questa opportunità ringrazio il rettore. Lo scopo è quello di costruire un movimento organizzativo di sicurezza nella metropoli che è questa città. Non mi nascondo però che avverto un forte senso di responsabilità da poliziotto che per tantissimi anni ha servito in questa città, anche negli anni di piombo. Voi ragazzi che siete il futuro di questo paese, che state attraversando una fase di cambiamento, io credo, e penso che ne siamo tutti convinti che se non c’è legalità non c’è futuro per nessuno. Nessuna bandiera potrà mai essere pesata e nessuno di noi potrebbe riconoscersi sotto questa bandiera. In nome di quella bandiera, che rappresenta ogni paese del mondo, si sono combattute guerre, si è versato tantissimo sangue. Non c’è libertà se non c’è legalità. Mi rivolgo a voi ragazzi e alla moglie di un ragazzo che saluto affettuosamente, Filippo Raciti, che il 2 febbraio 2007 uscì di casa salutando la sua famiglia e purtroppo non è più rientrato. Lui è morto per garantire la legalità per un incontro di calcio, per un incontro di sport. Volete sapere quali sono le vere barriere insormontabili? La prepotenza nel territorio, l’arroganza di giudicare la madre di un ragazzo ucciso, il disprezzo dell’avversario, il rifiuto di ogni regola fino ad arrivare al disconoscimento delle Istituzioni. Per dire basta c’è solo una strada: la legalità a Roma, allo stadio Olimpico. E’ stata fatta una cosa semplice, abbiamo applicato, in maniera forse rigida, ma severa, le regole che già esistono. Non voglio citare i casi relativi a questo campionato dello stadio Olimpico dove non è successo nulla e dove quel poco che è successo abbiamo noi e cognomi dei responsabili. Ma devo riconosce, e ringraziare per questo percorso iniziato, forse difficile e traumatico, perché tutto ciò che va cambiato dopo una tolleranza arrivata al tempo di guardia, devo ringraziare il CONI, proprietario dello stadio, e le due società che sono qui presenti con Baldissoni e il presidente Lotito. Quanto abbiamo fatto fino ad ora non è risultato preciso ma è soltanto l’inizio di un percorso di un dialogo coi club e coi tifosi. Su questa stretta collaborazione si è sviluppata anche una ricerca scientifica di tutti i settori dello stadio Olimpico. Alle società spetta questo duro compito del dialogo ma devo dire che siamo ancora lontani. I tifosi che sono i veri protagonisti delo sport e del calcio in particolare a cui va dato il compito di ridisegnare lo stadio nei termini della legalità. Abbiamo visto tantissimi bambini andare allo stadio, io credo e sono convinto che il nostro dovere è quello di riportare i nostri bambini e le famiglie allo stadio. Io credo che il nostro compito oggi sia proprio questo“.

Ore 10.45 – Arriva alla Sapienza il Presidente della FIGC Carlo Tavecchio. Intanto il rettore dell’Università introduce la conferenza che aprirà il Questore di Roma D’Angelo.

Ore 10.42 – All’evento è presente anche Ugo Taucer, Vicesindaco della città metropolitana di Roma.

Ore 10.35 – Il primo ad intervenire è il Capo di Gabinetto del Questore di Roma Massucci: “Questo evento vuole essere rappresentativo di un percorso ambizioso. Ci sono delle regole del vivere comune che vanno rispettate, c’è solo una cosa che può abbattere le barriere, la legalità. Questa legalità cerca interpreti, che la portino in tutti i contesti, compreso lo stadio“.

Ore 10.25 – Per la Roma sono presenti Spalletti e Baldissoni mentre per la Lazio il Presidente Lotito e Simone Inzaghi. Arriva anche Gabrielli.

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