La lacrime d’addio meritano rispetto

Tra tanto cinismo e tanti eccessi, almeno nelle lacrime di addio il calcio non prevede graduatorie. Hanno tutte lo stesso significato e la stessa malinconia. Chi ironizza sulla commozione di un calciatore che appende le classiche scarpette al chiodo per “fine carriera” vuol dire che non ha mai “vissuto” uno spogliatoio, non ha mai condiviso gioie, malumori, insuccessi, finanche i problemi personali con la complicità dei compagni di squadra. E non vale solo per il calcio, naturalmente. Barzagli, Pellissier, Abate, tre storie diverse, con la stessa umanità, riavvolte domenica nella memoria collettiva attraverso le immagini tv. A proposito di bandiere, si è scritto e detto quasi tutto della liquidazione di De Rossi da parte della sua Roma. Lo stile è sostanza: è mancato lo stile, ma anche la sostanza, di fronte a un giocatore per il quale la maglia giallorossa è sempre stata una seconda pelle, insieme a quella della Nazionale che ha onorato senza risparmio. Lascerà la Roma, suo malgrado. Non lo lasceranno gli appassionati di calcio che lo celebrano (domenica nello stadio della Juve, ieri nell’Olimpico laziale) come un fuoriclasse del calcio e della vita. Lo riporta Il Messaggero. 

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