La Juve fa la preziosa, eccessi del turnover: lo scudetto aspetterà

La Repubblica (F.Bocca) – No, non è scudetto. La Roma non solo ha battuto la Juventus ma ha teoricamente riaperto il campionato portandosi a -4. Mettendo anche ansia addosso alla squadra di Allegri, che adesso dovrà cercare lo scudetto contro il Crotone domenica prossima. Non succederà ma i finali di campionato sono pieni di episodi clamorosi e psicodrammi inattesi. Dopo aver incassato i gol di De Rossi, Nainggolan ed El Shaarawy Allegri e gli juventini sono usciti dall’Olimpico con la faccia di quelli che si domandano: “Che sta succedendo?”. Poteva essere la festa scudetto ma dopo il derby a Torino, neanche a Roma la Juventus riesce a prendere la sufficienza in matematica. E a strappare quei punti che le servono per festeggiare il sesto titolo. Proprio non vogliono arrivare. E come se, arrivata ad avvistare il traguardo, alla Juve fosse venuta la paura di vincere. In questi giorni ha conquistato la finale di Champions League contro il Real, si sta preparando alla finale di Coppa Italia con la Lazio, ma in campionato sono tre partite che non vince: fermata sul pareggio dall’Atalanta e dal Torino, battuta nettamente dalla Roma all’Olimpico. È la quinta sconfitta in campionato dopo quelle con Inter, Milan, Genoa e Fiorentina. Restano adesso il Crotone e il Bologna. E il Crotone a Torino si giocherà la partita della vita.

La Juventus ha affrontato la prima partita decisiva delle tre dell’ipotetico triplete che l’ossessiona con una squadra di scorta. Allegri ha confermato di avere cuore caldo e testa fredda, ma forse ha finito col raffreddare troppo la squadra. Avendo in campionato un paio di partite di scorta ha lasciato in panchina mezza formazione titolare: Barzagli, Chiellini, Dani Alves, Alex Sandro, Dybala e Marchisio. Allegri ha puntato tutto sulla miglior formazione in Coppa Italia, e sul jolly scudetto da giocare in casa a Torino. La Roma si è ritrovata a giocare una partita stretta in una perfida morsa d’ansia. Da una parte l’angoscia di dover consegnare proprio lei lo scudetto allo Juve e per di più all’Olimpico. Dall’altra la necessità di rispondere all’attacco spudorato del Napoli che già l’aveva superata in classifica con una partita spettacolare a Torino. E per di più priva di Dzeko, suo miglior uomo gol (al suo posto un evanescente Perotti). Battendosi disperatamente e cocciutamente contro il Napoli la Roma si è ritrovata molto più vicina alla Juve, mandando in visibilio l’Olimpico. Che all’improvviso si è dimenticato di tutte le polemiche che hanno addentato la squadra. La Juve delle seconde linee e degli ex giallorossi Benatia e Pjanic, molto beccati dalla curva, era perfino andata in vantaggio con un’azione Sturaro-Higuain-Lemina. Ma poi la Roma ha comodamente risalito la china con tre gol perfettamente distribuiti: De Rossi che ha annullato le respinte di Buffon, El Shaarawy che aveva già fatto una bella partita a Milano, Nainggolan che era stato in forse fino all’ultimo. Allegri ha cercato di riprenderla buttando dentro Dybala, Dani Alves e Marchisio ma non c’è stato niente da fare, ormai la sconfitta era cosa fatta. Il solito effervescente Spalletti invece ha controllato il match mettendo dentro difensori e centrocampisti più freschi (Jesus e Grenier). Alla fine la differenza è stata fatta a centrocampo, il martellamento di De Rossi e Nainggolan ha avuto ragione della Juve. Spalletti ha riservato pochi minuti di recupero a Totti, che si è immusonito. Adesso alla Roma non resta che tifare Crotone e sognare l’impossibile.

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