La grande ammucchiata

Pagine Romaniste (Alessio Nardo) – L’estate, il mercato, la fiera dei sogni. Sono tutte al lavoro le grandi del nostro campionato, con l’obiettivo di correggere i propri difetti (rispettando limiti di budget ed esigenze di bilancio) e presentarsi al meglio al via della nuova stagione. La Juventus ha aperto un capitolo inedito della sua storia, cercando con Maurizio Sarri la strada del bel gioco, mentre Napoli e Inter lanciano ufficialmente l’assalto ai bianconeri, alzando l’asticella degli acquisti (nel caso dei partenopei) e puntando sul miglior allenatore in circolazione (nel caso dei nerazzurri). Poi, seguendo l’ordine dell’ultima classifica, troviamo l’Atalanta europea di Gasperini e il Milan di Giampaolo tutto da rimodellare. Infine, Roma e Lazio. Rivoluzione e continuità. Quale sarà la strada che porterà alla gloria?

JUVE NEW STYLE – C’è Sarri e non più Allegri. E’ sufficiente questo per poter parlare di rivoluzione concettuale. Fino ad un certo punto però. Si punterà sul bel gioco, ma partendo dalla sicurezza che solo un super reparto difensivo può dare. Ed ecco che il grande obiettivo da piazzare accanto a Chiellini si chiama Matthijs De Ligt, il bimbo prodigio dell’Ajax destinato ad una carriera da mostro. Da capire chi agirà sugli esterni, visto che Cancelo e Alex Sandro non sembrano sicurissimi della permanenza. Dal centrocampo in su, spazio alla qualità. Rabiot-Pjanic-Ramsey è quasi un oltraggio all’interdizione, ma occhio perché Emre Can e Bentancur (oltre a Matuidi e Khedira) rappresentano alternative di lusso. Davanti c’è molto da capire. L’attuale abbondanza consente a Sarri di poter pensare a più soluzioni, con una costante inevitabile: la presenza di Cristiano Ronaldo. In un 4-3-3 il marziano portoghese agirebbe da punta centrale con due esterni puri ai suoi lati (da scegliere tra Bernardeschi, Cuadrado e Douglas Costa). In un 4-3-1-2, invece, spazio al trequartista (Dybala) e ad una punta pura accanto a CR7. Mandzukic, il baby Kean (in partenza verso Amsterdam?) oppure, tentazione golosa, quel Gonzalo Higuain che, sentendo il fratello-agente Nicola, in Italia è disposto a giocare solo per la Vecchia Signora. Ma la Roma, in primis, intende andare a fondo nel corteggiamento.

NAPOLI VERSO IL 4-2-3-1?Ancelotti, atto II. E dopo il secondo posto in campionato con delusione nelle coppe dell’esordio, c’è bisogno di quagliare, raccogliere, acciuffare. In poche parole: vincere. L’inizio della campagna acquisti è stato a dir poco scoppiettante con gli arrivi in difesa di Di Lorenzo, buona alternativa a destra, e soprattutto di Kostas Manolas, in grado di comporre con Koulibaly una delle coppie più forti, potenti, esplosive e devastanti d’Europa. Ripartendo dal 4-4-2 ci sarebbero già soluzioni e alternative per andar forte in tutti i ruoli. Ma occhio, il possibile arrivo di James Rodriguez andrebbe di fatto a rivoluzionare le idee ancelottiane. L’ipotesi di un passaggio al 4-2-3-1 sarebbe tutt’altro che peregrina, con Allan e Fabian Ruiz a ricoprire la zona centrale, Callejon e Insigne inizialmente titolari sugli esterni nella linea di trequarti e il colombiano a supporto di Arkadiusz Milik. Con Mertens alternativa di extra-lusso sia davanti che tra le linee. Senza dimenticare un ottimo rincalzo come Amin Younes, finalmente recuperato al 100% dopo gli innumerevoli contrattempi fisici che ne hanno condizionato i primi mesi a Napoli.

INTER, SI INIZIA A FARE SUL SERIO – Il valore aggiunto si chiama Antonio Conte, su questo non ci piove. Un allenatore che al primo colpo ha reso da scudetto una Juve reduce da due settimi posti consecutivi, che ha portato ad un passo dalla semifinale europea un’Italia eliminata ai gironi nel mondiale brasiliano e che ha condotto sino al trono d’Inghilterra (sempre al primo colpo) un Chelsea piazzatosi 10° l’anno precedente. E’ l’uomo dei miracoli, lo dice la storia. Ma occhio: la costruzione dell’Inter va ancora a rilento. O meglio, la difesa è sistemata con Skriniar-Godin-De Vrij terzetto di altissimo livello a protezione di Handanovic. C’è Lazaro a destra, tutta fascia, ragazzo giovane e di gran gamba messosi in luce nell’Hertha Berlino. Il resto è da completare. Serve gente a centrocampo (Sensi è ok ma può non bastare, Barella sarebbe il ritocco ideale da affiancare ai vari Brozovic, Vecino e Gagliardini) e soprattutto vanno sciolti alcuni nodi. Icardi e Nainggolan saranno ceduti, ma a chi? E Perisic in che ruolo esattamente verrà utilizzato? Sugli obiettivi restanti i dubbi non ci sono. Edin Dzeko è la prima scelta per l’attacco, anche se la Roma giustamente non molla e chiede il giusto cash. Il bosniaco potrebbe agire non da prima ma da seconda punta, a supporto di quel Romelu Lukaku pronto a spaccare le porte anche in Serie A. Manchester United permettendo.

ROMA RI-COSTRUENDAPaulo Fonseca e Gianluca Petrachi sono le due fonti di speranza del tifo romanista, inevitabilmente sfiancato dopo una stagione logorante e un’estate tremenda, segnata dagli addii delle due icone storiche (De Rossi prima, Totti poi) e dalle classiche cessioni da ultimare entro il 30 giugno per tenere i conti a posto e regolarizzare il bilancio. Ora si passa alla fase 2: la costruzione della nuova squadra, nuovamente da rifondare. Spinazzola e Diawara i primissimi colpi, in attesa dei botti veri. Sì, perché i titolari da acquistare sono ancora parecchi e il lavoro, per Petrachi, è complesso ed è stato perlomeno agevolato dalla promozione diretta della Roma ai gironi di Europa League. Ciò consentirà di fare le cose senza troppa fretta, visto che l’esordio ufficiale della squadra è posticipato di un mese: 24-25 agosto, prima di campionato. Il portiere è arrivato (Pau Lopez dal Betis), servono probabilmente due difensori centrali di spessore, oltre ad un altro centrocampista che possa far coppia con Diawara e un attaccante centrale in grado di non far rimpiangere Edin Dzeko. Anzi, le punte saranno due, vista la partenza di  Stephan El Shaarawy in direzione Shanghai.

REBUS MILAN – Tra le grandi, il vero rebus è rappresentato dal Milan di Marco Giampaolo. Diciamocela tutta, l’ambiente rossonero non ha accolto con spasmodico entusiasmo l’approdo dell’ormai ex tecnico della Sampdoria. Il confronto con Conte, sulla carta, è impari. Percorsi personali un po’ diversi, prospettive che sembrano sorridere di più ai colori nerazzurri. Il campo poi dovrà parlare e spesso, nel calcio, riserva sorprese clamorose. Di certo il Diavolo, orfano dell’Europa League, si darà una bella riverniciata. A partire dal modulo: bye bye al 4-3-3 gattusiano, spazio al 4-3-1-2, da sempre solido punto di riferimento per Giampaolo. Difesa e centrocampo sono da rimodellare (Donnarumma e Kessie i maggiori indiziati nel mercato in uscita) mentre la domanda che si fanno tutti è: chi sarà il trequartista? Tante le ipotesi. Dal recuperato Bonaventura a Paquetà, passando per Suso e Calhanoglu, gli esterni non più troppo utili alle esigenze del calcio “giampaoliano”. E davanti, accanto a Piatek, chi ci sarà? Un’altra prima punta (Cutrone) o si punterà su un profilo diverso, da trovare sul mercato? Nel frattempo è arrivato un nuovo terzino, Theo Hernandez, fratello del campione del mondo Lucas. Un elemento tutto da scoprire nella nostra Serie A.

ATALANTA, LA FORZA DELLA CONTINUITA’ – Si riparte dalla certezza che più certezza non si può: Gian Piero Gasperini. Ed è un grandissimo colpo. Perché a metà maggio, il mister di Grugliasco era stato quasi convinto da Petrachi ad accettare la corte giallorossa. Accordo ad un passo, poi saltato. Grazie soprattutto al presidente Percassi, che ha fatto l’impossibile per trattenere il principale protagonista del miracolo atalantino. E di certo le belle parole non bastano, servono i fatti. L’Atalanta, fin qui, non solo non ha toccato un solo baluardo del proprio scacchiere, mantenendo tutti i principali titolari in rosa (Ilicic e Castagne sembravano destinati al Napoli,  per ora sono rimasti) ma è arrivato un acquisto importante e di qualità: Luis Muriel, pagato 15 milioni al Siviglia, eccellente alternativa offensiva. Un giocatore di estremo talento, al quale è sempre mancata la continuità. Se Gasperini saprà vincere anche questa scommessa, allora meriterà l’Oscar della panchina a vita. Importante, in vista dell’avventura affascinante in Champions League, il recupero di Rafael Toloi, fermo praticamente da febbraio. Potrebbe esser la pedina giusta per tamponare la possibile partenza di Gianluca Mancini.

LA LAZIO DEI PICCOLI PASSI – Come sempre, come ogni estate, quando si parla di calciomercato il nome della Lazio sparisce dalle pagine dei giornali. E’ storia, è tradizione. Il club biancoceleste si muove sempre nell’ombra, non tratta e non prende grandi nomi ma punta su profili di secondo piano, potenziali scoperte che difficilmente regalano titoloni in prima pagina. E’ il Tare & Lotito Style, che effettivamente qualche buon risultato negli anni lo ha portato. La Lazio è reduce dalla vittoria in Coppa Italia ed è pronta a vivere un’altra stagione intensa, con l’Europa League e la Supercoppa Italiana ad arricchire il numero degli impegni in calendario. Simone Inzaghi alla fine è rimasto ed è certezza di continuità tecnica. Il grosso della squadra sarà confermato, su Milinkovic-Savic il dubbio permane. Stavolta, di fronte ad un’offerta congrua, il pur rigido Lotito potrebbe chiudere un occhio e “liberare” il serbo. In difesa è arrivato lo slovacco Vavro, buon prospetto da scoprire. Resta da recuperare il miglior Ciro Immobile, un po’ in ombra nell’ultima stagione, e soprattutto bisognerà trovare la quadra definitiva attorno a Correa, meritevole di una maglia da titolare. Con Luis Alberto possibile trequartista aggiunto in un 3-4-2-1 o schierato mezzala in una mediana a 5.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti