La giravolta sulla stadio in mano all’avvocato genovese

La Stampa (F.Capurso – I.Lombardo) – E poi a un certo punto è spuntato il nome di Luca Lanzalone, l’avvocato sceso a Roma da Genova, passando per Livorno, dove ha già lavorato per il Comune a 5 Stelle di Filippo Nogarin. Diversi step con quel minimo comun denominatore che hanno subito fatto pensare a Lanzalone come all’ennesimo legale pescato da Beppe Grillo nella sua città per risolvere le grane pentastellate in giro per l’Italia. E invece non sarebbe così, almeno a sentire i diretti interessati che smentiscono le ricostruzioni su un ennesimo commissariamento firmato Grillo. Semplicemente sarebbe andata che il successo sulla vertenza dell’azienda dei rifiuti Aamps a Livorno ha convinto la giunta di Virginia Raggi a rivolgersi allo stesso consulente del collega Nogarin che aveva scelto Lanzalone per il prestigio dello studio genovese nell’ambito del diritto societario. Resta comunque il fatto che è a Lanzalone che guardano con speranza i romanisti, la società As Roma e il costruttore Luca Parnasi che da tempo faceva gli scongiuri per il siluramento di Paolo Berdini, il più fiero oppositore al culto palazzinaro nella Capitale. «Quello che posso dire è che c’è la volontà di entrambe le parti di fare lo stadio», si limita a commentare il legale.

Questione di dettagli, dunque, per chiudere l’accordo, anche perché, messo da parte Berdini, la volontà politica ormai c’è tutta. Ieri a un incontro tecnico dove erano presenti Lanzalone e i funzionari del Campidoglio, ma nessun politico, si sarebbe stati a un passo dal brindisi per lo stadio che sorgerà nella periferia sud della Capitale. I costruttori sono stati invitati a fare una nuova proposta per limare le cubature della mega struttura prevista a Tor Di Valle, secondo le procedure supervisionate dall’avvocato genovese, nella speranza di chiudere nei prossimi giorni. Lunedì ci sarà un altro incontro tecnico, poi martedì quello politico dove è quasi scontato che non parteciperà Berdini. Nel M5S ha vinto chi lo stadio lo vuole anche a condizioni che fino a qualche mese fa Grillo avrebbe definito «un favore ai padroni del cemento». Questione di volumi. E fa niente che Berdini stesse proseguendo sulla strada indicata in campagna elettorale. La giravolta è palese, soprattutto se ci si sofferma a leggere un post del dicembre 2014 quando il blog di Grillo bocciava il progetto a Tor di Valle, «solo una scusa per costruire un intero quartiere e intasare un quadrante della città». Il contesto è cambiato, il calcolo politico – che deve fare i conti con un presente disastroso a Roma e con la prospettiva del voto nazionale a breve – suggerisce che il M5S non apra un altro fronte mediatico attirandosi le ire di icone come Francesco Totti e in generale del popolo del Dio pallone. «Lo stadio si farà», promette, ormai apertamente, Alessandro Di Battista. E l’uomo che garantirà questo esito è Luca Lanzalone, l’avvocato genovese amato dal Movimento che ha scalzato Berdini.

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