La giostra della Roma riparte da Monchi e Di Francesco

Pagine Romaniste (J.Nicoletti) – Altro giro, altra corsa. La giostra della Roma è ripartita. Scesi Sabatini e Spalletti, rispettivamente ai titoli di coda con società e ambiente, sono saliti MonchiDi Francesco. Il primo arrivato dopo una vita passata a Siviglia, l’altro tra i tecnici più promettenti del panorama italiano. Nuova stagione, nuova Roma. L’incipit del presidente Pallotta è stato chiaro fin dall’inizio. Cambiare a volte è l’unica strada per puntare in alto, per arrivare a quei trofei tanto agognati quanto sfiorati. Cambiamento che nella Capitale porta prima di tutto il nome di Francesco Totti. L’eterno Capitano giallorosso nella serata del 28 maggio ha appeso al chiodo scarpini e maglia numero dieci, segnando l’anno zero giallorosso. Serata che ha decretato anche il ritorno della Roma in Champions League, garantendo proprio a Monchi un extra budget da investire sul mercato. Secondo posto che tuttavia non ha consentito di trattenere tutti i big, per i problemi di bilancio legati al Fairplay Finanziario. Prima del 30 giugno parte Salah, lasciando un vuoto davvero difficile da colmare. Il ds spagnolo passa l’estate alla ricerca del sostituto, un esterno di fascia destra con piede mancino, richiesto a più riprese dal neo allenatore. Monchi individua nell’algerino Riyad Mahrez il profilo perfetto per il 4-3-3 di Di Francesco, ma si scontra con il Leicester che non vuole privarsene per nessuna ragione.

Nel frattempo la ruota della Roma continua a girare. Escono Paredes, in direzione Zenit San Pietrobugo e Rudiger, alla corte di Antonio Conte al Chelsea: sacrifici utili al mercato in entrata. Arrivano infatti Moreno, centrale di piede mancino abile ad impostare l’azione, Karsdorp, laterale classe’95 fresco campione d’Olanda col Feyenoord, Gonalons, bandiera del Lione con il compito di dar fiato a De Rossi, e Pellegrini, il figliol prodigo tornato a Trigoria per essere protagonista. I primi quattro volti della nuova Roma fanno ben sperare non solo perché aumentano la qualità tecnico-tattica del gruppo ma anche perché ampliano la lunghezza della rosa. Ma il pensiero fisso del ds andaluso resta l’esterno, niente teorie del gatto maculato, nessun botta e risposta con la stampa. Monchi agisce e tra lo stupore generale porta a Roma Cengiz Under, talentino turco classe ’97, seguito anche dal Manchester City. Ma non finisce qui. Con due trattative opposte salgono sull’altalena romanista anche Defrel e Kolarov. Il primo con un affare iniziato addirittura a gennaio, l’altro convinto in meno di 24 ore. Il lavoro della nuova Roma però non si conclude, perché le basi della giostra vanno rinsaldate, altrimenti ci sarebbe il rischio di far saltare tutti i passeggeri. Ed ecco tre rinnovi che regalano più di un sorriso ai tifosi. De Rossi fino al 2019, Nainggolan fino al 2021 e Strootman fino al 2022. Centrocampo blindato, così come l’ossatura della squadra, che con il prossimo rinnovo di Manolas, rimasto a Roma per un pugno di rubli, potrebbe davvero restare la stessa per qualche anno.

Al luna park della Roma a questo punto mancano i fuochi d’artificio, quelli che di solito esplodono alla fine, o come ha preferito definirla il dg Baldissonila ciliegina sulla torta”. A lungo inseguito proprio dall’Inter di Sabatini e soffiato alla Juventus, con la quale aveva già sostenuto le visite mediche, sbarca a Fiumicino Patrik Schick, uomo mercato dell’estate 2017, e colpo più oneroso della storia del club. Superato perfino un certo Gabriel Omar Batistuta, attaccante del terzo e ultimo Scudetto giallorosso. Ora parola al campo, che avrà il compito di svelare se questa Roma è davvero pronta per il definitivo salto di qualità. E da qui il bivio, dimostrare che un mercato all’altezza era l’elemento che mancava, oppure perdere l’ennesima occasione e ricominciare da capo un nuovo giro sulla giostra.

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