La furia di Mou: “Tra di voi c’è gente che non giocherebbe neanche qui in Norvegia o in Serie B”

Il Corriere Dello Sport (R.Maida)Saette nel gelo. Nell’intervallo, tradizionalmente riservato al tè caldo, e a fine partita, prima dello sfogo mediatico. José Mourinho ha incenerito i giocatori della Roma per la figuraccia norvegese. Soprattutto quelli che non ritiene adeguati, per caratteristiche fisiche, tecniche, o per il suo modo di intendere il calcio. Chi era presente nello spogliatoio a Bodo assicura che siano volate parole pesanti. Tra di voi c’è gente che non giocherebbe nemmeno qui in Norvegia, o nemmeno in Serie B”, erano più o meno i concetti espressi dall’allenatore, che la squadra ha assorbito senza fiatare.

Il resto si è sentito nelle interviste, che ricalcavano un copione familiare. “Adesso capite perché faccio giocare sempre gli stessi. C’è una differenza di qualità tra la squadra titolare e le riserve“. Non sono le frasi pronunciate dopo il 6-1 di Conference League, ma 12 anni fa come allenatore dell’Inter. E’ il suo sistema di mandare messaggi, magari forti, sicuramente incisivi. Non tanto all’esterno ma alla società. Ieri mattina, dopo le poche ore di sonno a Trigoria, Mourinho non ha rincarato la dose. E ha cominciato a dedicarsi al Napoli, una partita che si annuncia delicata anche sul piano ambientale: fin qui i tifosi hanno sempre sostenuto la squadra e la proprietà, ma cosa succederebbe se l’ex Spalletti dovesse infilare la nona vittoria consecutiva? Possibile che Mourinho, chiamando in causa i 12-13 giocatori della squadra principale volesse responsabilizzarli, spronandoli a una reazione immediata. Ma a nessuno è sfuggito che nel secondo tempo, ripartendo dal 2-1 per il Bodo, la Roma abbia aggiunto Mkhitaryan, Cristante e Shomurodov, poi sul 3-1 anche Pellegrini e Abraham. Eppure la squadra si è squagliata nel vento freddo del circolo polare artico, certificando la sconfitta più pesante della carriera di Mourinho.

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