La diversa qualità tra i due tempi fa la differenza

Dice il saggio: “Mai fidarsi del calcio di agosto”. Specie di quello non ufficiale, aggiunge chi conosce uomini, cose e pallone. Ecco perché è complicato (oppure facilissimo, paradossalmente) dare la giusta lettura alla partita che la rinnovata Roma di Paulo Fonseca ha giocato ieri a Lille. Primo appuntamento di precampionato contro una squadra vera, e reduce dal secondo posto nella passata stagione in Ligue1, e ancora un successo, stavolta con due reti sul groppone. La morale del test? Che devi imparare a difendere molto meglio e, soprattutto, che senza qualità quando hai la palla, non vai da nessuna parte. Se invece la metti in campo, come accaduto nella seconda parte della gara, tutto diventa più facile. Specie se puoi contare su un delizioso Dzeko, il principe della qualità, che non ha segnato ma ha ispirato dall’alto della sua classe le reti della Roma. Una Roma che, nella prima frazione, ha fatto una fatica enorme a mettersi in moto, muovendo il pallone con una lentezza esasperante già all’interno della propria metà campo e trovando difficoltà evidenti quando si è trattato di azionare la fase di rifinitura, preludio di quella di finalizzazione. Lo scarsissimo numero di occasioni da gol create nel primo tempo, lo sta a testimoniare in maniera eloquente. La controprova della necessità e dell’importanza della qualità in fase di palleggio si è avuta nella seconda frazione, durante la quale la Roma, migliorando nettamente la percentuale dei passaggi completati, ha costretto l’avversario alle corde. E quando ha potuto mettere in moto a dovere Dzeko è arrivata al tiro, quindi al gol. Lo riporta Il Messaggero.

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