La corsa Champions. Alisson conquista anche il Crotone. E Monchi adesso se lo tiene stretto

La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – A mettere davvero in difficoltà quel superuomo di Alisson, qui a Crotone, c’è riuscita solamente la cassa acustica del suo smartphone, che all’improvviso – mentre il nostro sfila nella zona mista dello stadio – comincia a «sparare» della buonissima musica brasiliana. Risate generali, tra foto concesse, maglie autografate e una profonda ammirazione per quelle mani che hanno messo la firma anche su questa vittoria della Roma, la nona in trasferta, la sesta nelle ultime 7 giornate. Di Francesco continua a scherzarci su, quando dice che «una parata dovevamo pur fargliela fare, altrimenti s’annoiava». S’è annoiato meno Zenga, uno che l’Inter ha premiato come miglior portiere della storia nerazzurra. Ecco, una discreta investitura è arrivato pure dall’attuale tecnico del Crotone: «Alisson è un portiere che emoziona, complimenti a chi l’ha acquistato». Applausi sinceri a Walter Sabatini, ma ora le risate se le fa la Roma tutta. Comunque la giri, Alisson è la gallina dalle uova d’oro: che porti oggi punti (ma quanti sono?) o un giorno forse milioni perla sua cessione,sarà comunque un successo. Anche se a Trigoria hanno tutta l’intenzione di allontanare il più possibile il giorno dell’addio: «Non abbiamo il timore di perderlo – ha detto il d.s. Monchi –. Alisson è felice di stare qui con noi, parlo con lui ogni settimana e vuole fare cose importati con la Roma». Per la verità, ha iniziato già da un pezzo. Siamo a 17 partite stagionali (su 38, dunque quasi una su due) senza un gol incassato. A Crotone, in serie, s’è permesso un’uscita bassa su Nalini dopo neppure tre minuti di gioco, che a rivederla sembra banale solo perché il tempo era perfetto. Poi un doppio sombrero in uscita sugli attaccanti di Zenga. Nella ripresa quando la Roma era scesa in campo con un atteggiamento un po’ naif, ha rimediato alla dormita di Fazio ipnotizzando Trotta. E infine ha urlato no al tiro al volo di Ricci. Ancora decisivo, ancora una volta s’è capito perché c’è un suo poster appeso negli uffici dei direttori sportivi di mezza Europa, Real in testa (ma occhio al Bayern).

FESTA DZEKO – «È normale che a fronte di un portiere così forte le grandi squadre si avvicinino – ha detto il tecnico Di Francesco –. Ma dobbiamo pensare in grande anche noi. Sono contento di allenarlo, del mercato non mi interessa». E via con la musica. Come quella che c’era alla festa di compleanno a sorpresa a cui è stato condotto Dzeko (bendato) da sua moglie Amra, come documentato da Instagram. Potenza dei social.

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