Kolarov, il campione ribelle. Orgoglio e intelligenza, ma il tifoso della Roma va conquistato

Pagine Romaniste (S.Burioni) – Due Premier League. Una FA Cup. Due Coppe di Lega inglese. Una Coppa italiana. Due Supercoppe tra Inghilterra e Italia. È il palmarès di Aleksandar Kolarov. Il serbo è stato acquistato dalla Roma a luglio 2017 e da allora nessuno ha messo in discussione la sua titolarità sulla fascia sinistra. Nessuno, fino a quando l’arrivo di Leonardo Spinazzola in giallorosso ha iniziato a muovere i primi dubbi. Sembrava potesse esserci un’alternanza, ma i problemi fisici dell’ex juventino hanno permesso a Kolarov di trovare una certa continuità. Il serbo ha infatti giocato in 32 partite di questa stagione, realizzando sei gol e cinque assist. Poi la notizia: “è fatta per lo scambio Politano-Spinazzola”. Ecco che in quel preciso istante il numero 11 giallorosso avrà pensato che il ruolo di terzino sinistro sarebbe stato completamente suo. Invece no, perché la trattativa è saltata definitivamente intorno alla metà di gennaio. Da lì molti problemi per l’ex City: fuori con il Genoa, fuori con la Lazio e out anche con il Sassuolo.

Campione (e ribelle) dentro…

I campioni trovano nuova energia e nuovi stimoli nelle difficoltà. Kolarov campione lo è e lo ha dimostrato non appena ha avuto l’opportunità di giocare. Gol con il Lecce e assist (praticamente un gol) con il Cagliari, oltre a delle prestazioni degne di un venticinquenne sulla rampa di lancio. Kolarov però di anni ne ha trentaquattro e se qualcuno lo ha classificato come “troppo vecchio”, le ultime prestazioni hanno detto l’esatto contrario. Corsa, qualità e fantasia per un calciatore che sembra aver ritrovato la condizione migliore. La chiave è stata un mix di orgoglio e intelligenza: uno con il suo carattere non poteva far passare come se nulla fosse la tripla panchina, ma allo stesso tempo non poteva perdere la testa per la foga e ha gestito perfettamente le energie (necessario farlo per poter contribuire anche nella fase difensiva). In realtà la testa l’ha persa a tratti, ma contro i tifosi della Tribuna Tevere che gli avevano indirizzato qualche fischio, secondo lui, di troppo. Aleks ha poi subito cercato di stemperare gli animi nel post partita, ma i tifosi della Roma in quanto a orgoglio sono forse gli unici a potergli tenere testa. E allora non resta che allenarsi, faticare e riprendersi gli applausi sul campo… come piace fare a lui.

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