Kolarov detta la linea: «Vietato fare drammi»

Il Messaggero (A.Angeloni) – E poi, finalmente, riposò. Dopo aver giocato sempre in Champions e quasi sempre in campionato (è partito dalla panchina solo con Bologna e Udinese, con il Torino in Coppa Italia non è stato proprio convocato), Aleksandar Kolarov è stato risparmiato. Non se l’aspettava, forse, di giocare così tanto: il terzino che aveva dietro prima, Emerson, era convalescente e poi partente, quello di adesso (Silva) pure (non farà otto presenze in campionato, la Roma non sarà obbligata a riscattarlo). L’unica sua alternativa si chiama Jesus, che non è un terzino. Insomma, quando non c’è il serbo sono dolori.

NEL NOME DEL TURNOVER -Con la Viola, Di Francesco gli ha regalato la terza panchina in campionato, poi ci ha dovuto ripensare nella ripresa, inserendolo come uno dei salvatori della patria. Esperimento non riuscito, se potesse tornare indietro… Sono quei meccanismi che, quando funzionano, l’allenatore è un genio, quando, come con la Fiorentina, saltano, lo stesso tecnico ha sbagliato. Kolarov, che ne pensa? «Hanno giocato tutti tante partite quindi non credo che si debba parlare di turnover. Ognuno di noi deve essere pronto e non è umano giocare sempre». La Roma perde con la Fiorentina per un primo tempo molle. «Ci hanno fatto due tiri, due gol. Non credo si debba fare un dramma, chiaro che non sono i risultati che volevamo ma anche vincendo non avevamo chiuso niente. Bisogna andare avanti e dimostrare che siamo all’altezza di rigiocare la Champions anche l’anno prossimo. Manca la cattiveria alla Roma? Mancano i gol, specie quando ne subisci due. I fatti sono che abbiamo creato molto e non abbiamo segnato quindi dobbiamo essere più cattivi. Adesso l’importante è non rifinire in un buco nero. Dobbiamo essere positivi, pensare che tutto non sia chiuso dopo questa sconfitta. Bisogna pensare a fare una bella partita con il Barcellona e vincere il derby». Parola d’ordine: ripartire.

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