Kluivert: “L’arrivo a Roma è stato un momento indimenticabile”. Pallotta: “Contro il Barcellona non riuscivo a credere di quanto fossero felici i tifosi”

Divertente siparietto durante l’ultimo giorno di tournèe per la Roma. I tre protagonisti sono stati il Presidente James Pallotta, Kostas Manolas e Justin Kluivert, che si sono divertiti ad intervistarsi attraverso le domande dei tifosi. Queste le loro risposte, trasmesse via Twitter dal club giallorosso:

Pallotta a Kluivert: Che cos’hai pensato del gran numero di tifosi che ti hanno aspettato all’aeroporto di Roma?
A dire la verità, non me l’aspettavo. E’ stato bellissimo, un momento indimenticabile. Per me è stato bellissimo vedere così tanti tifosi ad aspettarmi.

Mi hai visto nelle file dietro? Continuavo a farti dei gesti…
No.

Non mi hai visto? Eppure c’ero anche io ad aspettarti…
Mi dispiace.

Pallotta a Manolas: Hai quasi partecipato ad una rissa con Dzeko con la maglia della Grecia. Quante ne avresti prese? 
Si, c’è stata una rissa ma non è stato niente di che. Non so se me le avrebbe date o no, ci sarebbe dovuta essere una vera rissa innanzitutto…

Pallotta: Dovremmo organizzarla per oggi dopo l’allenamento, tra due ore. Penso che potresti farcela se lo attacchi dal basso, se punti verso l’alto non hai speranza, ma se lo attacchi dal basso. Punti al ginocchio magari…

Manolas: No perché dopo dovremmo prendere un altro attaccante.

Pallotta: Hai ragione ma siamo assicurati.

Manolas a Pallotta: Che cosa ha pensato mentre si dirigeva verso quella fontana?
Col senno di poi mi viene da dire che non stavo pensando affatto. Ero preso dal momento. Non ricordo bene chi avesse segnato il terzo gol…Davvero non mi ricordo (ride, ndr). La cosa interessante è che quando hai segnato, non mi sono messo a esultare ma ho guardato lo stadio e non riuscivo a credere quanto fossero felici le persone. Era incredibile, poi c’eri tu che correvi come un bambino. E’ stato bellissimo ha mostrato davvero l’essenza dello sport. Anche se sei un giocatore professionista, in un momento come quello, è come se tornassi bambino, è pura gioia. Quando siamo tornati in hotel a Piazza del Popolo, c’era tutto lo staff dell’hotel, saranno state 25 persone che indossava magliette e sciarpe della Roma. Sono entrato e uno di loro mi ha detto che c’erano migliaia di tifosi vicino alla fontana e che avrei dovuto salutarli. Zecca e gli altri cercavano di dissuadermi ma ho pensato che sarebbe stato divertente. Mentre mi stavo dirigendo verso la fontana e ho visto i tifosi e la fontana, ho iniziato a togliermi i vestiti e ho detto “ok, facciamolo di nuovo”. Non era la prima volta che entravo in una fontana, è la prima che sono stato multato in una fontana. Non stavo pensando, so che quando mi sono svegliato 4 ore dopo ho pensato che forse era vietato saltare nelle fontane. E un’ora dopo mi hanno multato, ma ne è valsa la pena.

Pallotta a Manolas: Si dice che ogni sera riguardi il gol che hai fatto al Barcellona. Vero o falso?
Vero, l’ho riguardato diverse volte. Prima di questa partita col Barcellona molti tifosi mi hanno mandato messaggi con questo gol perché per me è stato molto importante. Mi piace sentire la telecronaca di quella partita.

Pallotta a Manolas: Ti motiva vero?
Si, mi spinge a rifarlo.

Manolas a Pallotta: Qual è stato il giocatore più difficile da far partire per lei?
Salah mi piaceva molto. Molti ancora non sanno che non avevamo scelta, dovevamo lasciarlo andare. E’ stato difficile, aveva ancora un anno di contratto e ha chiesto di andare via perché sentiva di dover dimostrare ancora qualcosa in Premier League. Anche Alisson. Radja in campo è un guerriero. Non è facile, è come chiedere qual è il tuo preferito tra gli undici titolari. A volte non hai scelta, dall’esterno la gente pensa di si, ma molte volte non ne hai e così cerchi di ricavarne il massimo. Cerchi di acquistare giocatori di personalità che siano più forti di chi se ne è andato o che almeno siano di pari livello. La gente pensa che sia semplice acquistare e cedere giocatori, ma per me e il mio staff non è affatto semplice. Ci sono molti fattori da considerare e in molti casi non hai scelta.

Kluivert a Pallotta: I giocatori più anziani dicono che lei compra una Lamborghini a chi segna almeno dieci gol. E’ vero?
Ho regalato solo una Lamborghini, le altre erano Ferrari.

Kluivert a Pallotta: Lo farà anche quest’anno?
Solo se segni 30 gol.

Pallotta a Kluivert: Che macchina vorresti? Puoi guidare?
Una Mercedes va bene.

Manolas a Pallotta: La domanda era per me, l’anno scorso già ne ho segnati cinque.

Pallotta a Manolas: Non credo che segnerai 10 gol, me se lo farai ti compro una Lamborghini. Anzi no, perché poi diventate tutti matti.

Manolas a Pallotta: Quando De Rossi si ritirerà sarò io il capitano?
Dai leggi la domanda giusta. E’ davvero la domanda? Non sono io a doverlo decidere. Credo che debbano essere i giocatori a decidere chi sarà il capitano della squadra a seconda di chi è il leader o di chi ha aiutato a guidare la squadra, che siano stati o meno capitani. Devo dirti che da quando sei arrivato sei cambiato molto in questi anni in maniera davvero positiva. Io, e credo anche la squadra, pensiamo che in passato tu sia stato un giovane molto sicuro di se e anche un po’ presuntuoso ed è stato positivo che tu abbia attraversato quel periodo, però credo che sia cresciuto, lo si è visto anche l’anno scorso. Sei diventato una persona matura e un grande compagno di squadra. Non vedo il motivo per cui non debba continuare su questa strada e credo che continuerai ad essere un punto di riferimento.

Manolas a Pallotta: E’ lei a capo dell’account Twitter della Roma?
Se lo gestisco io? No, lo gestisce qualcuno in Nigeria (ride, ndr).

Manolas a Pallotta: Cosa ha pensato quando la Juve ha acquistato Ronaldo?
Pallotta: Ho pensato che fosse positivo per la Serie A, innanzitutto. Non l’ho presa come se fosse una cosa negativa per la Roma, per niente. E’ un giocatore spettacolare, probabilmente uno dei più forti di sempre. Ma non ho pensato “Oddio la Juve ha preso Ronaldo“. Ho pensato fosse una cosa positiva per il campionato italiano perché negli ultimi anni la Serie A era un po’ sottovalutata nel resto del mondo. Credo che la Serie A sia un ottimo campionato in tutte le sue componenti. In Spagna, ad esempio, ci sono 4 o 5 squadre forti, in Germania e Francia ce ne sono poche, in Premier 6 o 7, in Serie A ce ne sono altrettante. Per molte squadre è difficile andare a giocare in certi campi. Tatticamente e strategicamente sono partite completamente diverse rispetto ad altre partite di altri campionati. Quindi non pensavo “Verrà qui per segnare 60 gol”. Beh, speriamo che non lo faccia, ma ho pensato che qui avrebbe avuto potenzialmente più difficoltà rispetto alla Spagna. Non sto cercando di spronarlo affinché mi smentisca. Penso semplicemente che in Italia sia diverso e prima di tutto credo che sia importante per la Serie A”.

Kluivert a Pallotta: Quando aveva 19 anni, la mia età, cosa faceva nella vita e pensava che un giorno avrebbe avuto successo?
A 19 anni avevo appena terminato il primo anno al College e devo dire che avevo appena trascorso un anno molto positivo. Al college si può avere una media fino a 4.0, che significa avere tutte A. E al mio primo anno avevo una media di 1.1 (ride). Stavo andando davvero bene. Mi ricordo che a 19 anni mio padre mi chiese: “A che cosa stai pensando?“. Ed io gli ho risposto che non stavo pensando affatto. Non avevo idea di quello che avrei fatto, non pensavo che un giorno avrei avuto successo. Non lo pensavo minimamente a quel tempo, no. Pensavo ad andare avanti e che magari non avevo iniziato il college al meglio.

Pallotta a Kluivert: Justin, ho visto una tua vecchia dichiarazione in cui dici che sognavi di giocare per il Barcellona. Lo sai che non ti venderò al Barcellona?
Va bene lo stesso.

Pallotta a Kluivert: E’ vero che giocare per il Barcellona era il tuo sogno? Era quello che volevi da bambino…
Era perché mio padre giocava con il Barcellona, penso sia questo il motivo. Ma sono felice qui.

Kluivert a Pallotta: Ha fatto arrivare due giocatori questa estate, sono io il suo preferito?
Undici giocatori questa estate! Tu il mio preferito? Certamente! Appena esco, quando Pastore mi chiederà la stessa cosa io risponderò allo stesso modo (ride).

Pallotta a Kluivert: Se non fossi diventato un calciatore cosa saresti voluto diventare?
Mi è sempre interessato il tennis. Ho iniziato a giocarci poi sono passato al calcio. Mi piace molto il tennis.

Pallotta: Chi è il tuo preferito?
Credo che Rafa Nadal sia molto bravo.

Kluivert a Manolas: Tu chi pensi sia il più bravo?
Per me è Federer.

Pallotta a Manolas: Chi non vedi l’ora di affrontare, Ronaldo o Radja? Sai che sarà spesso nella tua zona di campo?
Radja è un amico, sono impaziente di affrontare Ronaldo perché tutti sanno che è uno dei giocatori più forti al mondo. Non vedo l’ora di giocarci contro e fare una buona prestazione. Vedremo chi sarà il migliore.

Kluivert a Pallotta: In radio ha detto che le ricordavo un giovane Allen Iverson. Cosa intendeva?
Intendevo dire il modo in cui Iverson riusciva a eludere gli avversari con i suoi movimenti. Quando vedo quel filmato, alcuni movimenti e alcune giravolte e il modo in cui lasci di sasso gli avversari. E’ una cosa che Allen faceva molto, gliel’ho visto fare molte volte. Li lasciava di stucco prima di cambiare improvvisamente direzione.

Pallotta a Kluivert: Nella tua playlist non ci sono Jay-Z e Kayne West. Troppo vecchi per te? Chi ti piace?
No, se potessi avere più brani metterei sia Jay Z che Kanye. Mi piace molto quel genere, credo che Jay Z e Kanye siano due grandi artisti. Mi piace molto Drake, credo sia il migliore.

Pallotta a Manolas: Dopo la gara con il Barcellona ti sei messo a piangere. Hai mai provato così tante emozioni?
E’ stato il momento più importante della mia carriera e credo sia stato uno dei più importanti della storia della Roma. Sicuramente, almeno da quando ci sono qui io. Avevamo tanta pressione e quando vinci 3-0 e vedi la gente impazzita, impazzisci anche tu. Era un momento in cui ero da solo e l’ho espresso in quel modo.

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