Da Kevin a Radja: allarme in centro

Il Messaggero (A.Angeloni) – Sarà pure vero che Gerson avrebbe potuto aggiungere fisicità alla squadra, anche se a guardarlo bene, non sembra proprio Vieira, ma è altrettanto vero che la Roma, contro la Juventus, forse non aveva tanto bisogno di muscoli e centimetri, quanto di temperamento. E il temperamento può dartelo anche uno alto 170 cm e non necessariamente uno di 190. Il temperamento, ad esempio, te lo dà Nainggolan (175 cm), te lo dà De Rossi (185) e ovviamente te lo dà Strootman (186), per non parlare poi quello che ha aggiunto Florenzi (173 cm) fino alla partita contro il Sassuolo, nella quale gli è saltato il crociato. Tornando a Gerson: lui è uno che quei centimetri ce li ha (184), molto meno il temperamento. La Juve, nel suo totale, ce l’ha.

FISICITÀ E TEMPERAMENTO – Il problema in questa fase della stagione, che ci sta portando alla sosta natalizia, è che lì in mezzo hanno dovuto giocare sempre gli stessi e adesso il rendimento rischia di essere lievemente appannato. E anche una squadra che per caratteristiche di calciatori, ce l’ha, ora può finire in difficoltà. L’esempio di temperamento è Strootman. Che dalla sua ha mille e più giustificazioni, e non c’è bisogno di ricordare ciò che ha passato nelle ultime due stagioni. Spalletti avrebbe fatto volentieri a meno di lui, magari durante la prima parte della stagione per averlo in palla ora. Invece, un po’ perché Gerson non ha mai trovato spazio, un po’ perché un altro centrocampista non è arrivato e anche perché Florenzi si è fatto male di brutto e questo non poteva essere né previsto né evitato, l’olandese ha fatto più di quello che doveva e poteva. Le ultime partite, da quella prima dell’ultima sosta a quella dello Stadium (Bologna, Atalanta, Pescara, Lazio, Milan e Juve), è stato sempre in campo per novanta minuti. Da tre gare che non è lui: il gol alla Lazio è stato un lampo nell’ombra. L’unica fase in cui ha tirato un po’ il fiato è stata quella tra Napoli e Empoli, due/tre partite, ma perché aveva problemi alla schiena. Spalletti ci aveva visto lungo, voleva un centrocampista in più, Borja Valero sarebbe servito e ora servirebbe quel Rincon del Genoa che può essere in grado di fare la mezzala e il trequartista alla Nainggolan. A proposito di Radja: è tornato ad altissimo livello, ma sappiamo bene che a quei ritmi è difficile reggere per tante partite. Diciamo che lui si è “riposato” ad inizio stagione, quando aveva un po’ di difficoltà a rimettersi in sesto. Ora è ripartito e va salvaguardato per lo scatto finale della stagione.

URGE L’UOMO IN PIÙ – Almeno la sosta potrà aiutarlo, pure lui in attesa di un alter ego. L’insostituibile per eccellenza è De Rossi, l’unico centrale davanti alla difesa nel 4-2-3-1 spallettiano. Daniele ha nelle gambe anche le partite della Nazionale e fortunatamente si è risparmiato quasi tutte quelle di Europa League (per via della squalifica post Porto). E’ quello che ha subito più infortuni, e sempre al polpaccio. A Torino, l’ultimo. Giovedì, se qualcuno di loro non ce la farà per via degli acciacchi, toccherà a Gerson, unico vero cambio in questo momento. Un cambio ancora poco abituato a essere cambio. E a essere grande come gli altri.

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