La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – In questi giorni di sosta per gli impegni delle varie nazionali si sono allenati fianco a fianco, ieri hanno fatto lo stesso in palestra visto che uno non ha voluto forzare dopo la doppia seduta e l’altro è alle prese con il mal di schiena. Domenica invece, con ogni probabilità, dovranno separarsi, uno in campo e l’altro seduto in panchina. Seydou Keita e Daniele De Rossi in questi giorni hanno fatto coppia fissa: non hanno dovuto raggiungere le proprie nazionali, il primo per scelta sua, avendo da mesi rinunciato, il secondo per scelta del commissario tecnico Antonio Conte, che aspetta di capire quali saran no a fine stagione le sue condizioni per decidere se portarlo o meno all’Europeo francese.
FAVORITO – Tempo per pensare alla Francia ce n’è, tempo per occuparsi del derby molto di meno: al momento Keita sembra favorito rispetto a De Rossi per il ruolo di regista, e sembra strano pensare a una partita con Daniele e Totti a guardare gli altri giocare. Non sarebbe la prima volta, potrebbe essere però l’ultima, se il centrocampista decidesse di chiudere la sua carriera in giallorosso con un anno d’anticipo, ma per ora non si registrano segnali in tal senso. Si registra, invece, come Keita per Spalletti sia diventato un punto fermo: voluto a Roma da Rudi Garcia, con cui condivide anche l’agente, e in procinto di andare a chiudere la sua avventura da calciatore negli Emirati Arabi per almeno altri dodici mesi, l’ex Barcellona sembra essere il metronomo della squadra. E peccato, per dirla con le parole del tecnico, che abbia 36 anni: «Mi sarebbe piaciuto incontrare prima gente come lui e Maicon, giocatori che hanno qualità importanti», ha detto pubblicamente l’allenatore, ribadendo quanto già con fidato in privato.
PUNTO FERMO – Da quando c’è Spalletti, complice anche, se non soprattutto, l’infortunio di De Rossi al polpaccio, c’è enorme differenza tra i numeri di Keita e quelli di Daniele: Seydou ha saltato soltanto due partite di campionato (Verona e Carpi) giocandone 9 di cui 7 da 90’ e segnando anche contro il Palermo, mentre il centrocampista di Ostia ha giocato 5 partite di cui 3 da 90’. Non solo: escludendo l’ultimo minuto contro l’Inter, da quando Spalletti è tornato alla Roma soltanto durante la prima gara contro il Verona De Rossi ha fatto il mediano, poi è sempre sceso in campo come difensore centrale. «È un calciato re che ti dà la disponibilità a fare tutto», ha detto di lui l’allenatore, visto il rapporto umano e professionale che li lega.
RIMONTA? – Il campo però, almeno in questo momento, dice altro, e Spalletti ha dimostrato di non voler fare sconti a nessuno. Per questo, anche a seconda di come smaltiranno le tossine delle nazionali Pjanic e Nainggolan senza considerare uno Strootman sempre più in rampa di lancio è probabile che De Rossi veda, almeno all’inizio, la Lazio soltanto dalla panchina. Per giocare il derby da capitano, cosa che non succede dai tempi di Luis Enrique, dovrà spingere, e parecchio, sull’acceleratore.