Keita: “È un buon momento per squadra e tifosi. Quando c’è un nuovo allenatore cambia anche la mentalità. A me e De Rossi il mister chiede le stesse cose, ci dobbiamo adattare. Contro il Real sarà difficile ma non impossibile”

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Seydou Keita, centrocampista della Roma, è stato intervistato da Roma Radio e ha parlato del momento della squadra. Queste le sue parole:

Siamo in un momento molto particolare della stagione. Veniamo da quattro vittorie consecutive, qual’è la tua sensazione?
Siamo in un momento molto buono per la società, per la squadra e soprattutto per i tifosi. Quando una squadra vince è sempre importante.

A livello ambientale, c’è uno spirito nuovo nello spogliatoio?
Si, forse è il cambio di mentalità la cosa migliore. Quando viene il cambio allenatore è perché qualcosa non va bene. La testa, la fiducia, tutto cambia. In questo momento sta andando tutto bene, siamo a quattro vittorie consecutive, era da molto che non succedeva. La squadra sta migliorando piano piano e siamo sulla strada giusta.

Il mister ti sta chiedendo qualcosa di diverso in campo? Senza De Rossi ti chiede di abbassarti…
Io e Daniele abbiamo un diverso tipo di calcio, ma sia io o Daniele o Vainqueur davanti alla difesa dobbiamo fare quello che ci viene chiesto dal mister.

A Reggio Emilia il mister rimproverava Zukanovic perchè non ti passava abbastanza il pallone…
Si, Spalletti vuole che tutti i palloni passino da me. A volte un giocatore però ha l’intelligenza per vedere se un passaggio può riuscire o meno, ma Spalletti grida sempre il mio nome!

Contro il Real Madrid per te è stata per molti anni “la partita”. Quando eri al Barcellona come la vivevi?
Sono partite importanti, è come il derby qui con la Lazio. E’ una partita importante per la società, per la squadra, per i tifosi. Ho bei ricordi di sfide importanti anche contro il Siviglia e il Valencia.

C’è una chiave per vincere contro il Real Madrid?
Personalmente credo bisogna prima di tutto crederci, poi lavorare con il mister. Sicuramente Spalletti darà tutte le disposizioni per cercare di vincere. Sarà una partita difficile perchè loro sono una grande squadra ma non impossibile, il Real ha già perso qualche partita.

Sei uno dei giocatori africani più importanti del mondo…
Nel corso della mia carriera ho sempre cercato di mantenere buone relazioni con tutti e mettere a disposizione la mia esperienza per i più giovani. In futuro mi piacerebbe continuare ad aiutare i calciatori più giovani. Mettersi a disposizione del prossimo è sempre bello perchè la carriera di un calciatore dura una decina di anni, tranne pochi esempi come Totti, prima di tutto viene l’uomo e la persona.Per me è importante la mia vita, il rispetto e l’umiltà.

Quanto è importante per te la religione?
La religione è una strada che ti fa capire che tu non sei niente, che ci vuole sempre umiltà e rispetto. Quando una persona ha questo, che sia cristiana o musulmana, tutto è facile. Poi uno quando segna fa dei gesti religiosi. La religione è una cosa personale, arriva al cuore. Bisogna rispettare tutte le religioni e fare la cosa giusta.

C’è stata tua una frase non interpretata correttamente… 
Io sono una persona che rispetta molto la squadra. Sono uno che rispetta tutti. Io ho sofferto molto nella mia vita per essere qui e rispetto tutti i calciatori, che siano qui a Roma o in un’altra squadra. Non mancherò mai di rispetto a un giocatore, ma sono uno esperto. Se qualcosa va male la colpa può essere di un giocatore, quando i tifosi fischiano forse hanno anche ragione, ma questo non aiuta. La Roma mi paga per giocare, i tifosi pagano per venire. E’ diverso.  Come un calciatore può mancare rispetto a un tifoso? E’ impossibile. Loro vengono per vedere la loro squadra che amano. io sono una persona a cui non piace ripetersi, perché rifletto prima di parlare. Se dicessi che amo la Roma come Francesco e Daniele non sarebbe la verità, ma il mio rispetto per i tifosi è identico al loro.

Cosa vuoi fare da grande?
Non l’allenatore al momento. Io quando sono venuto in Europa ero in difficoltà, in questo momento grazie a dio tengo una vita migliore. Nella mia testa ho la voglia di aiutare gli altri e poter dare la possibilità agli altri di avere le stesse chance che ho avuto io. La vita è troppo corta, non sappiamo se domani saremo vivi o meno, quindi dobbiamo aiutare gli altri. Non solo il calcio può aiutare, ma da dove vengo io non ci sono anche le cose più importanti per vivere.

Tutti pensano che tu saresti un allenatore perfetto…
Si, ma a me piace aiutare le persone. Il calcio è duro, dopo starò un po’ con la famiglia e poi aiuterò le persone. Quando vedo che io ho tutto e una persona fatica a trovare da mangiare è complicato rimanere indifferente.

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