Juventus-Roma, la sfida sportiva e tecnologica continua

Da sempre lo scontro fra Roma e Juventus rappresenta una delle partite più significative del campionato nostrano di Serie A. Una avvincente sfida che si ripete da quasi un secolo, contrapponendo anche due città con un rilevante peso economico e storico per l’Italia intera.

 

Come riporta il portale dei tifosi juventini è un big match che si ripete dal 1927, con una serie statistica dei risultati che riporta la Juventus come detentrice del maggior numero di vittorie negli scontri diretti in gare ufficiali.

 

Anche fuori dal campo è sempre palpabile la rivalità, fra i gruppi di ultras tutt’altro che in buoni rapporti gli uni con gli altri. Non a caso questo rapporto conflittuale è stato oggetto del film intitolato “Ultrà”, uscito nelle sale cinematografiche nel 1991 e che non può assolutamente mancare nella videoteca del tifoso di ieri e di oggi.

 

Ma ogni volta che si parla di Roma contro Juve i più fedeli appassionati di pallone non possono dimenticare la partita disputata nel 2014, che vide trionfare in pieno recupero la Juventus per 3 a 2 contro una Roma tutt’altro che sottomessa. Dopo le tante volte in cui sono stati contestati arbitraggi quantomeno discutibili che vedevano spesso le sorti della gara mettersi a favore dei bianconeri, si cominciò in quell’occasione a rumoreggiare sulla opportunità di adottare il VAR in campo.

 

All’epoca ancora molti si chiedevano cosa fosse questo VAR (acronimo dalla definizione in lingua inglese di Video Assistant Referee, che si traduce come Assistente al Video dell’Arbitro), a cui va sommato il AVAR (dall’inglese Assistant Video Assistant Referee,

ossia Vice Assistente al Video dell’Arbitro). Si tratta in qualche modo di una moviola evoluta, in pratica un sistema di riproposizione delle immagini di gioco al rallentatore solo su richiesta dell’arbitro e dei suoi collaboratori di gara per valutare meglio le decisioni solo in casi specifici:

  • assegnazione di un gol;
  • assegnazione di un calcio di rigore;
  • espulsione diretta (non quella per somma di ammonizioni);
  • errore di identità del calciatore da sanzionare.

 

I redattori di Cercotech evidenziano come i due ufficiali di gara che collaborano con l’arbitro in campo siano costantemente in contatto radio con lui, pronti ad esaminare le situazioni dubbie della partita tramite l’ausilio di filmati. Questa analisi più approfondita è chiaramente codificata e deve avvenire in tre fasi regolamentari:

 

  • il VAR e l’AVAR informano l’arbitro riguardo a una decisione da rivedere;
  • il VAR e l’AVAR rivedono le immagini video, spiegando all’arbitro cosa è successo;
  • l’arbitro può avvalersi della facoltà di rivedere con i propri occhi il video a bordo campo.

Qualunque siano i pareri che ne scaturiscono, la decisione finale spetta unicamente al primo arbitro.

 

L’International Football Association Board, la sola organizzazione a livello planetario che ha il potere di prendere decisioni riguardanti le regole del gioco, ha approvato l’utilizzo del VAR nel 2016. Fu nello stesso anno che il sistema venne utilizzato per la prima volta, durante la partita di USL Pro New York Red Bulls II-Orlando City B. E sempre nel 2016 non mancò anche nelle partite della Coppa del mondo per club FIFA.

 

Per quanto riguarda l’adozione continuativa del VAR nel campionato di Serie A italiano si  dovrà aspettare la stagione 2017-18, quando ha esordito alla prima giornata nella partita Juventus – Cagliari per l’assegnazione di un rigore a favore dei sardi.

Chissà se anche quest’anno sarà necessario il ricorso all’analisi delle registrazioni di gioco, dopo quella magica 17ª giornata di ritorno della Serie A Tim: con le marcature di Florenzi e Dzeko in pieno recupero, la Roma portò a casa un bel 2 a 0 dinanzi ai suoi tifosi che gremivano lo Stadio Olimpico in posticipo il 12 maggio 2019.

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