Il Romanista – Una partita? No, la madre di tutte le partite

Tentando di allontanare la tristezza, ma non il ricordo di Piermario, si torna in campo. Incombe “ La Partita”. Ai tifosi romanisti piace chiamare con appropriata sottolineatura, il confronto che di nuovo li vedrà opposti alla Juventus. Non finiremmo mai di raccontare vicende che hanno fatto la storia della “Partita”.

Sembra necessaria una parentesi che desidera infondere un tocco di scanzonata originalità. Non staremo quindi a ricordare qui lo “scippo” di uno scudetto . Che tuttavia nessuno potrà mai sottrarre al rigoroso archivio della memoria. Sono passati tanti anni. Proponiamo agli smaliziati appassionati giallorossi, maestri di graffiante sarcasmo, di cogliere l’occasione per fingere di liquidare ironicamente il ricordo del gol sacrosanto di Turone. In che modo? Con il gesto signorile che a fine pranzo si usa in trattoria, mettendo la mancia nella mano del cameriere: “Tieni e porta alla Vecchia Signora”. Così sarà contenta e “coglionata”, come si dice a Roma. La nuova patina di “perbenismo” che adesso sta cercando di darsi , renderà inutile ogni ricerca di “candore”. Quella macchia è indelebile. Non basta solo conquistare vittorie sul campo, peraltro ottenute negli anni “sospetti”, con l’aiuto dei “fischietti” amici. Dopo il fiume di lacrime, fatto scorrere da Conte e Marotta, speriamo che domenica non salti fuori un nuovo episodio di cui lamentarci. Ma a se proprio desideriamo “accantonare” provvisoriamente l’episodio della vergogna, sarà difficile depennare il memoriale nel suo complesso, arricchito di altre “marachelle”. che si portano dietro il “trascurabile” nome di calciopoli. Il monopolio del potere fraudolento, prima o poi doveva finire davanti al tavolo della Giustizia. E allora si può anche precipitare nelle serie minori, come è capitato alla “aristocratica” padrona. Tutto questo va puntualmente ricordato, soprattutto ad onore del grido precursore lanciato dal Presidente Dino Viola, accolto da sorrisi “compassionevoli”.

Sempre dallo stesso “triangolo” iuventino-milanista- interista, osannato, adorato, riverito , dal “gazzettino” di Milano. Sarebbe comodo mettere tutto in soffitta, ma è la storia ad imporre scomode reminescenze. Qualcuno potrebbe obiettare: che c’entra con la partita Juventus-Roma? C’entra , eccome. Arriva opportunamente come un calzino perfetto per il piede di gente che allunga troppo spesso la gamba contro l’unica squadra della Capitale. Figuriamoci se contro gli uomini di Enrique non avranno preparato le loro batterie, in deferente ossequio al “principale”. Già nei giorni scorsi Mario Sconcerti, “illustre” compagno di viaggio, lanciò il primo “proiettile”. Parlando dai microfoni di Sky, definì la Roma “una squadra che calza a pennello alla Juventus”, accompagnando l’espressione geniale con un sorrisetto malizioso. Come dire: “Romanisti, prendete l’ombrellone per riparavi dalla pioggia di palloni”. Attenti, però. A volte, le imprudenze si pagano. Gli scrosci del temporale possono arrivare quando meno te lo aspetti. Molto “cordialmente”, i tifosi giallorossi augurano al “professore” che sia lui a dover chiedere soccorso all’ombrello!

Il Romanista – M. Bianchini

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