Il Romanista – Ricominciamo dall’ABC… Juventus-Roma

Ricominciamo. Si deve. Si può. E’ un onore non solo un dovere. Dopo la vita che muore su un campo di calcio domenica si gioca a pallone. È la cosa che più piaceva fare a Morosini, è la cosa che più piace di fare ai bambini. La bellezza del calcio è che in ogni angolo del mondo dove c’è una palla c’è un bambino che ci gioca. Lo disse Zeman. Anche per questo lui è l’ultima lettera di questo alfabeto elementare dal quale ricominciamo. Abc… Come i bambini, come si può, come si deve: Juventus-Roma. (…) Due mondi, due modi di essere, due universi di riferimento, due come Juve-Roma in schedina. Juve-Roma è il calcio al tempo del 13 al Totocalcio, del clamoroso al Cibali e di tutte quelle piccole enormi cose che hanno fatto la grandezza di questa sfida. Falcao-Platini, Viola-Boniperti, la questione di centimetri che è una questione secolare, da quando per la prima volta venne una squadra a violare Testaccio. “Non ce riprova’ Mumo” dissero a Orsi l’anno dopo: finì 5-0. Ci fecero un film. (…). Juventus-Roma è sempre un ricominciamo, quel pallone che come il mondo non s’è fermato mai un momento. Oppure soltanto una domenica.

A) AGNELLI – Un nome che è il sinonimo di Juventus. Loro sono tornati a essere infinitamente antipatici (non che siano mai stati minimamente il contrario) come ai bei (brutti) tempi anche perché sono tornati a essere esclusivo giocattolo della famiglia che di fatto li ha creati. Ai bei tempi c’era un motto semplice semplice ma che pure faceva contenti i bambini romanisti. Si diceva: “Meglio uno scudetto da lupi che 110 d’Agnelli”. È ancora vero. È sempre stato vero.

B) B – E’ la più grande soddisfazione che un tifoso anti-juventino abbia mai potuto ottenere dalla vita. La Juventus in B era un concetto non previsto, un ardire persino dell’immaginazione, uno scandalo di felicità. E’ successo. E sono molti gli esseri umani di buona volontà che la notte passano ore a riguardare Albinoleffe-Juventus 1- 1, la sconfitta con lo Spezia, i festeggiamenti per il 200esimo gol con la Juve di Del Piero fatti col Frosinone. Ci si campa di rendita. 7

C) CERTIFICATO – Quello che nell’estate del 2004 sanciva ufficialmente la depressione di Emerson che per curarsi aveva bisogno solo di una cosa: trasferirsi a Torino insieme agli amici Fabio e Jonathan (Capello e Zebina).Accontentato, ha vinto due scudetti con i bianconeri, poi revocati dopo Calciopoli. Se questo gli abbia provocato altra depressione non è dato sapere. Si sa solo che, pur avendo la stessa età di Francesco Totti, ha lasciato il calcio già da due anni.

D) DOMODOSSOLA – D è per forza come Domodossola. Sta pure in Piemonte, ci sta tutta. D come Domodossola perché Roma- Juventus nel nostro calcio da bambini è una partita a Nomi, Cose, Animali e Città. Qualcosa che faceva parte dei nostri pomeriggi e della nostra infanzia.Anche se poi – se mettevi D come Domodossola – dovevi dividere in punti

E) EPO – Epo. E quel processo con la frode sportiva andata in prescrizione. Giusto per non dimenticare. L’indignazione non si prescrive.

F) FALCAO – E’ stato lui che ha cambiato la storia della Roma, quindi dell’umanità. E’ stato lui che per la prima volta dai tempi dell’era mesozoica ha fatto sistematicamente della Roma una squadra più forte della Juventus. Venne qui, scese le scalette dell’aereo, parlò: “Vinco lo scudetto in tre anni”. Sbagliò perché col gol di Turone avrebbe vinto al primo. Alla Juve ha segnato. È diventato ufficialmente il più grande pensatore del ’900 quando ha detto: “La Lazio? Il mio derby è con la Juve”. E contro la Juve una volta ci donò il cuore.

G) GAUTIERI – Stagione 1997-1998, in panchina per la Roma c’è Zeman, per la Juventus Lippi. Basterebbe questo. Non basta. Perché quel fallo in area di Deschamps su Gautieri al 15’ della ripresa merita ancora giustizia. Le sue proteste, a distanza di quattordici anni, si sentono ancora. E meritano giustizia pure quelle. Giustizia, appunto. Quella vera, quella Giusta con la G maiuscola. Non con la C: ciusto Nedved?

H) HASSLER – Haessler. Ma anche Ferrara, Paulo Sousa, Boniek e tutti quelli che ci sono stati portati via con la loro arroganza non sarà mai la nostra. L’Ostile Juventus.

I) IMBATTIBILITA’ – Imbattibilità, va bene pure ripeterlo e riscriverlo. Quella della Juve di Antonio Conte che nel nuovo stadio non ha mai perso (Alberto De Rossi a parte, ma questa è un’altra storia) e quella di Andrea Pirlo che dal 18 dicembre 2010 non ha mai perso una partita ufficiale in campionato. Era Milan-Roma, gol di Borriello – che adesso fa il tifo per lui dalle comode panchine dello Juventus Stadium – e Adriano in campo. Dalla Roma alla Roma, si spera. Perché la legge dei grandi numeri – che prima o poi finiscono – è una delle più giuste (non ciuste) del calcio.

L) LAMELA – La reazione su Chiellini, l’espulsione, i momenti difficili. Da quel Juve-Roma di Coppa Italia Erik non è stato più lo stesso. Domenica ha l’occasione per mettersi tutto alle spalle, per prendersi la rivincita non solo su Chiellini ma anche su tutti quelli che in questi mesi hanno detto e scritto tanto, troppo, su di lui. Un bluff o un sopravvalutato, tanto per citare qualche commento. Non è né l’uno né l’altro. Contro la Juve può e deve dimostrarlo. Dall’inizio o dalla panchina fa poca differenza, Lamela deve far vedere di essere maturo. E non è un gioco di parole.

M) MONTICIANO – Monticiano è il paese natale di Luciano Moggi e di Carlo Petrini. Tutti e due sono stati, in ruoli e tempi diversi, con la Roma e con la Juve. Eppure niente c’è più di lontano fra Carlo Petrini, un uomo che ha saputo guardare in faccia la vita, e quello che molti chiamano Lucky Luciano. E’ un altro modo per dire Roma-Juve. Il pallone e quasi letteralmente il fango del Dio pallone. E per ricordare Carlo Petrini che non c’è più.

N) NAKATA – Hide. 6 maggio 2001. A casa loro prende ago e filo e cuce sulla maglia sua e dei compagni un pezzo di quello scudetto. Samurai o Imperatore, comunque indimenticabile.

O) OTTANTA – Le chiamavano le Regine degli Anni 80. Era così. E’ stato il periodo d’oro del calcio, considerando il prima e il dopo. Falcao e Platini hanno diviso esteti e filosofi, Liedholm e Trapattoni erano concezioni e ipotesi di governi alternativi alla Guerra Fredda, erano blocchi più forti, Conti e Cabrini, Pruzzo e Brio e il cane lupo. E quelle coreografie di luce allo stadio. Alè-oo, alè-oo, alè-oo… Cosa resterà di quegli Anni 80? Roma-Juventus sicuramente sì.

P) PARRUCCHINO – Se lo scrivi su Google i primi due risultati che compaiono sono dedicati a lui, che è in testa (per forza…) alla classifica:Antonio Conte. Se metti immagini, invece, non è più primo ma secondo (e speriamo sia così anche in campionato). Comunque vada, e comunque si pettini, sarà un successo.

Q) QUATTORDICI – Quattordici. Numero di Mirko cuor di leone. La domanda ricorrente è una sola: stavolta giocherà?

R) RIISE – Riise. Riise bene chi Riise all’ultimo.

S) SOLE – Quello di Torino non si batte. Vero Zebina?

T) TURONE – Perché ovviamente il gol di Turone era buono.

U) ULTIME BANDIERE – Ultima sfida, ultime bandiere, ultimi romantici del calcio italiano. Totti e Del Piero. Sarà l’ultima volta che si affronteranno da avversari. Comunque vada, e comunque la si pensi (Gazzetta dello Sport a parte), hanno scritto la storia degli ultimi 20 anni in Italia. Come avversari e come compagni. Juve- Roma, almeno la parte bella di una partita che bella non è mai stata e non lo sarà mai, sono loro. Però di più Totti.

V) VENTICINQUEMILA+1 – Venticinquemila e uno (quello con la Sampdoria all’ultima di campionato) sono i gol che Marco Borriello ha segnato con la Roma. Strano che alla Juve sia rimasto alla stessa cifra da quando lui stesse l’ha dichiarata: zero. O. Niente. V però anche come ventisette cioè il numero degli scudetti della Juventus. Bene dirlo: 27, non 29. Ven-ti-set-te.

Z) ZEMAN – Perché è stato il più fiero e vero nemico della Juventus. E lo è stato nascendo juventino. Ma Zeman è stato e resta una lezione di civiltà, di sport nel suo senso più alto. E in questi giorni, e prima di Juve- Roma, è bello rivolgere un pensiero anche a lui. Eh oh oh Forza Magica Roma.
Il Romanista – Tonino Cagnucci – Chiara Zucchelli

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