Juan: «Trappola BayArena. Ma con Pjanic Roma sogna»

juan

La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – Al sole di Porto Alegre si sta meglio che al freddo di Leverkusen o sotto la pioggia di Roma. Soprattutto ora che c’è anche il piccolo Miguel, appena una settimana. Eppure un po’ di sé e della sua testa sono rimasti proprio qui, tra Leverkusen e Roma. Cinque anni con il Bayer, altrettanti con i giallorossi. Stasera Juan si siederà davanti alla tv e si godrà la sua sfida del cuore.

Che ricordi ha di queste due esperienze?
«A Leverkusen ho vissuto solo per il calcio, a Roma sono riuscito a combinarlo con la vita. Ero anche più maturo, ho vissuto meglio. Rimpianti? In Germania no. La società stava cambiando, abbiamo centrato quasi sempre la qualificazione in Europa. Forse dovevo andare via prima, non si poteva vincere. A Roma quello scudetto perso in casa con la Sampdoria ancora non mi va giù».

Il calcio tedesco continua a volare, quello italiano molto meno.
«In Germania il calcio è più bello, più divertente. In Italia invece c’è una pressione esterna fortissima che a Leverkusen non ho trovato. L’Italia resta l’Italia, ha tutto per svettare. Ma per raggiungere i tedeschi vanno rifatti gli stadi, bruttissimi. Io arrivai a Leverkusen nel 2002, mentre stavano rifacendo gli impianti per il Mondiale. E il cambiamento l’ho vissuto sulla mia pelle».

Lei era in campo il 19 ottobre 2004, Bayer-Roma 3-1, unico precedente di Champions.
«Gara decisiva per il passaggio del turno, quasi come stavolta. Dominammo, ma per primo segnò Totti (punizione deviata da Berbatov, ndr). Francesco ancora oggi è un fuoriclasse. E un uomo stupendo».

Pjanic può diventarne l’erede?
«Lo considero super fin da quando è arrivato in Italia, sa fare tutto, ha un potenziale altissimo. Ma Totti a Roma non può avere eredi. Mire vada avanti per la sua strada, non deve neanche pensarci su».

Quanto peserà la BayArena su questa sfida?
«Può deciderla, l’ambiente a Leverkusen condiziona. Anche se i tedeschi hanno una mentalità diversa: non importa se lo stadio è pieno o vuoto, danno sempre il massimo. Guardate a Barcellona, stavano quasi per vincere. Questo è il pericolo più grande per la Roma».

A Colonia, vicino a Leverkusen, hanno accoltellato il nuovo sindaco per motivi razzisti. Lei ha mai avuto problemi qui?
«In Germania mai, l’integrazione è reale. In Italia sì e lo sapete. Ma forse quella volta dipese più dal fatto che era un derby».

Stasera rischia di saltare la sfida tra Dzeko e Kiessling.
«Tra i due Edin è più affascinante, il centravanti che la Roma cercava da anni. Ma occhio a Stefan: fa gol impossibili».

Chi vince lo scudetto?
«La Roma, non vedo una squadra più forte in Italia. A patto di non perdere punti con le piccole. Io ho solo sfiorato due scudetti proprio per questo».

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti