La Gazzetta dello Sport – Crisi Roma: Pallotta prepara le pagelle

La conoscenza, in fondo, ha radici comuni che abbracciano anche quel il calcio. Fisica ed astronomia, ad esempio, ci hanno insegnato che la luce delle stelle spesso ci arriva da corpi celesti estinti da milioni di anni. Di notte, guardando in alto, vediamo perciò un presente che non esiste, che il lungo viaggio ha già trasformato in passato. Ecco, la sensazione che dà la nuova Roma è proprio questo: osservare un progetto vivo nell’idea, eppure (per molti) già esaurito nella sua carica propulsiva.

Crisi & Vertice – Il discorso da questo punto di vista va al di là della confusione un po’ arrogante di Luis Enrique, delle sue 16 sconfitte stagionali e di un disegno di gioco che pare in chiara involuzione. Dopo le tante speranze, l’ambiente giallorosso ha presentato il conto, consumando un patrimonio di fiducia che è stato l’ammortizzatore di tutti gli errori commessi finora. Proprietà Usa troppo lontana (e forse non così coinvolta, se non al futuribile business da stadio)? Calciatori sbagliati per un nuovo corso che ha chiesto loro uno sforzo diverso anche dal punto di vista comportamentale (sforzo fallito: 11 espulsioni). Di sicuro per Baldini, Sabatini e Fenucci — protagonisti di un vertice — questi sono i giorni delle domande, anche se la fiducia in Luis Enrique resta. Ieri lo spagnolo ha parlato alla squadra. “Nessuno ci ha chiesto obiettivi, andiamo avanti, abbiate fiducia”, è stato il senso delle sue frasi,

Futuro in bilico – Nessuno però sarebbe sorpreso se a fine campionato il tecnico decidesse di andarsene perché non gradito più dalla piazza. La parola finale, però, tra venti giorni spetterà a James Pallotta, il presidente ombra, che sarà a Roma per un bilancio. Tutti sotto esame e, a prescindere dalla lunghezza dei contratti, pronti alle dimissioni. D’altronde, ogni dirigente può avere nobile futuro altrove, a cominciare dal d.g. Baldini per il quale almeno tre sirene (2 inglesi e una italiana: Inter?) hanno cominciato a cantare ricevendo risposte negative. Se però la cordata Usa deciderà per investimenti immediatamente vincenti, potrebbero tornare in ballo nomi di allenatore legati a passati più o meno lontani: Prandelli, Capello, Villas Boas, Pioli. Discorsi fatti di nuvole, per ora, mentre il presente parla di gesti concreti (nessun ricorso per le 2 giornate a Osvaldo) e problemi (infiammazione alla spalla destra per Stekelenburg, che salterà il Napoli. Certo, a dispetto delle contestazioni (anche ieri a Trigoria insulti a Kjaer, Osvaldo e Josè Angel), è un presente freddo come la luce delle stelle. Resta da scoprire se siano estinte o brillino ancora.

La Gazzetta dello Sport – Massimo Cecchini

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