Iturbe-Toro: primo slalom gigante

Tuttosport (M.Bonetto) – Si può fare il giro del mondo anche in 78 secondi: il tempo trascorso tra l’ingresso in campo e il primo pallone finito sui suoi piedi. In poco più di un minuto, Juan Iturbe si è lasciato alle spalle la sua città natale (Buenos Aires), la sua vera Patria (il Paraguay) e pure l’ultima Capitale adottiva, Roma. Ha tirato un calcio alla mestizia degli ultimi 18 mesi e accarezzato le Nuove Indie dietro l’angolo. Cairo lo tratteggia già come un piccolo Cristoforo Colombo del pallone: «Le sue aspettative sono identiche alle nostre, la volontà è quella di fare sempre meglio, senza porsi limiti». I confini del possibile, in realtà, sono già stati disegnati, non sono neanche da scoprire. Ma bisogna raggiungerli, e il viaggio sarà sicuramente lungo, per l’appunto come una navigazione oceanica. Perché la collana dei risultati dispenserà il vento in poppa, ma anche tratti di bonaccia e momenti di procella: sarà inevitabile. L’America di Iturbe, e del Toro, è l’Europa League.

«Speruma bin» – Anvedi questo, gli dicevano fino all’altro giorno a Roma, quando per l’appunto lo vedevano, ma quasi sempre in panca. Speruma bin, abbiamo sentito dire ieri pomeriggio sulle tribune dello stadio Grande Torino, mentre l’argentino-paraguaiano, in campo contro il Monza, si sistemava i pantaloncini e si dava una ritoccata all’argenteria. Stava per tirare la sua prima punizione a effetto, con addosso la maglia granata. Bene, ma non benissimo. Troppo alta. Speriamo bene, sì. Comunque sia, non è mica da questi particolari – contro una squadra di serie D – che si giudica un numero 7 del terzo millennio. «Iturbe è un attaccante completo, un esterno dalle riconosciute capacità. Crediamo che abbia tutte le qualità per poter essere un innesto di grande spessore nel nostro organico», ha ulteriormente vergato Cairo.

In campo nella ripresa – Dopo l’ora di pranzo, scavallate le incombenze burocratiche relative al tesseramento e, per la Roma, pure quelle connesse alle comunicazioni da girare alla Borsa, il Torino ha potuto annunciare l’ingaggio in prestito gratuito di Iturbe, con un diritto di riscatto da 12,5 milioni (allegato, l’acquisto anticipato, sempre dalla Roma, di Iago Falque per 6 milioni). Stava per cominciare l’amichevole con il Monza. Che comunque Iturbe avrebbe ugualmente giocato, in caso di ritardi burocratici, grazie a un nulla osta provvisorio: il Torino si era portato avanti nel lavoro. I primi 45 minuti Iturbe li ha visti dalla panchina: ormai ci è abituato, visti i minuscoli 38 minuti disputati in tutto con la Roma, in questo campionato. I secondi 45, invece, li ha vissuti da protagonista. Col numero 19 sulla schiena e un bel cocktail di buona volontà nella pancia. Ci teneva a mandare subito un segnale, per rispondere adeguatamente a quelli di benvenuto di Cairo, di Mihajlovic e dell’incredibile marea di gente che si è materializzata allo stadio: addirittura 11 mila tifosi, con la curva Maratona aperta in extremis per ragioni di ordine pubblico, dopo che le tribune Ovest si erano riempite in pochi minuti. Tutti per il Toro, ma molti in special modo per Iturbe: il nuovo che avanza. Ecco: come è avanzato, palla al piede?

Rivediamolo con Belotti – Se un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia, va detto che il paraguaiano ha mostrato una discreta condizione atletica e un gran bel desiderio di mettersi in mostra. Corsa, tackle, ripiegamenti. E ripartenze in serie. Qualche numero in dribbling, un paio di discese in slalom gigante per creare la superiorità numerica, alcuni duetti di qualità usando in special modo il sinistro. E operando sulla corsia di destra. Non è parso un pesce fuor d’acqua, per carità, ma certo la morbida interpretazione dell’amichevole da parte del Torino non lo ha aiutato a galvanizzarsi. Anche perché nel 4-2- 3-1 della ripresa, stracolmo di riserve, Iturbe aveva come compagni d’attacco Martinez, Boyé e il pivot Maxi Lopez. Insomma, non esattamente la cifra tecnica di Iago, Ljajic e Belotti. Martinez soprattutto, ma pure Boyé, hanno di nuovo mostrato le già note difficoltà a vedere la porta. Iturbe può garantire maggiore concretezza, sia nella produzione di assist sia nelle conclusioni in area. E’ appena salpato. Rivediamolo in navigazione.

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