Italia Under 21, Biraschi: “Un’emozione straordinaria giocare l’ultima partita di Totti”

Davide Biraschi, difensore del Genoa attualmente in ritiro a Trigoria con l’Italia Under 21, ha parlato in conferenza stampa. Il classe ’94 ha rilasciato alcune dichiarazioni anche su Francesco Totti. Queste le sue parole:

Roma-Genoa è stata soprattutto anche l’ultima partita di Totti, che cosa hai provato?
Per me giocare da titolare l’ultima partita di Totti è stata un’emozione straordinaria. Siamo una famiglia di romanisti, con papà e i miei otto fratelli. Io stesso sono tifoso, lo sanno tutti e come tutti i bambini sono cresciuto con il mito di Totti fin da quando ero piccolo. Avevo quasi le lacrime agli occhi quando è entrato il capitano (lo chiama proprio così, ndr). Dovevo battere la rimessa laterale e non ho resistito. Ho appoggiato il pallone a terra e mi sono messo ad applaudire pure io. Poi a fine gara gli ho dato una pacca, ovviamente lui era preso da mille altre cose, ma è stato emozionante anche solo toccarlo. Poi sono rimasto a bordo campo a vedere il grande saluto che gli ha tributato lo stadio Olimpico. Mai avrei pensato di farla in campo questa gara. Sono di Spinaceto e fin da piccolo ho frequentato lo stadio Olimpico per seguire la Roma. Poi giocando a calcio non avevo spesso il tempo per seguirla dal vivo, ma appena avevo un attimo andavo.

Nel corso della partita hai avuto anche la possibilità di ‘scontrarti’ con Totti…
È vero, durante la partita c’è stata l’occasione e sono andato in contrasto. Ecco, non ho messo proprio tutta la forza. Ho avuto quasi un flash, mi è passata davanti tutta la sua carriera. Diciamo che non gli potevo far male all’ultima partita, non poteva uscire zoppicando (ammette ridendo, ndr). Poi è chiaro che quando scendo in campo il tifo rimane fuori dal rettangolo verde e non guardo in faccio a nessuno e gioco per la mia squadra.

Un commento sul ritiro a Trigoria?
Era il sogno di quando ero bambino. Sarebbe ipocrita dire il contrario. Poi sono un giocatore del Genoa e voglio rimanere a Genova, ma vivere il ritiro qua è come se stessi a casa.

Biraschi ha rilasciato anche una lunga intervista al sito di Gianluca Di Marzio. Queste le sue parole:

Che effetto ti ha fatto giocare contro il tuo idolo il giorno del suo ritiro?
Per me giocare da titolare l’ultima partita di Totti è stata un’emozione straordinaria. Siamo una famiglia di romanisti, con papà e i miei otto fratelli. Io stesso sono tifoso, lo sanno tutti e come tutti i bambini sono cresciuto con il mito di Totti fin da quando ero piccolo.

Che cosa è successo al momento dell’ingresso in campo di Totti?
Avevo quasi le lacrime agli occhi quando è entrato il capitano. Dovevo battere la rimessa laterale e non ho resistito. Ho appoggiato il pallone a terra e mi sono messo ad applaudire pure io. Poi a fine gara gli ho dato una pacca, ovviamente lui era preso da mille altre cose, ma è stato emozionante anche solo toccarlo. Poi sono rimasto a bordo campo a vedere il grande saluto che gli ha tributato lo stadio.

Il calcio lo vedi solo come un lavoro?
No, amo questa disciplina e in campo questa passione cerco di applicarla, nei limiti delle regole ovviamente, anche al calcio. È come se in campo avessi sempre una sfida 1 contro 1 da vincere e il gioco di Juric aiuta questa mia indole di combattente.

Entrare in tackle a Totti o ad un qualsiasi altro giocatore è indifferente?
No, durante la partita c’è stata l’occasione e sono andato in contrasto con lui. Ecco, non ho messo proprio tutta la forza. Ho avuto quasi un flash, mi è passata davanti tutta la sua carriera. Diciamo che non gli potevo far male all’ultima partita, non poteva uscire zoppicando. Poi è chiaro che quando scendo in campo il tifo rimane fuori dal rettangolo verde e non guardo in faccio a nessuno e gioco per la mia squadra.

È arrivata anche la convocazione in Nazionale U21, come te la sei conquistata?
Ho iniziato a giocare in un momento difficile della stagione, quando non me lo sarei mai aspettato. C’era bisogno di fare assolutamente punti per salvarci e mi sono fatto trovare pronto quando mister Juric mi ha chiamato in causa. Lo ringrazio per avermi dato fiducia, ma anche per avermi dato una base atletica che mi ha permesso di giocare 4 partite intere consecutive dopo un’annata nella quale non ero stato praticamente mai utilizzato. È un sogno ed un orgoglio vestire la maglia della Nazionale. Se guardo indietro a dove stavo lo scorso anno e dove sono oggi ancora non ci credo. La Serie B con l’Avellino, poi il Genoa e adesso l’azzurro. Non lo posso considerare un punto d’arrivo ovviamente ma sicuramente è uno di quei sogni che fai fin da quando sei piccolo. Quando hai questa maglia addosso non ti ferma nessuno, lotti e dai tutto per questi colori. È davvero un onore rappresentare il proprio Paese.

L’Italia è realmente una delle favorite per l’Europeo U21 in Polonia?
Siamo un gruppo ricco di giocatori di Serie A, la rosa è davvero molto competitiva. Senza girarci attorno, siamo molto molto forti e possiamo ambire a fare bene.

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