Italia, punto di vergogna

Il Messaggero (U.Trani) L’Italia, senza gioco e fischiata dal pubblico del Grande Torino, si ferma a un punto dal play off di metà novembre. Il pari deprimente, 1 a 1, contro la Macedonia (al 103° posto nel ranking Fifa) certifica la seconda posizione nel gruppo G dietro alla Spagna (aritmeticamente qualificata dopo la vittoria sull’Albania), ma non permette alla Nazionale di entrare tra le migliori 8 d’Europa tra le non qualificate direttamente al mondiale. Non centra, insomma, nemmeno l’obiettivo minimo che può però conquistare stasera se la Bosnia non supera il Belgio o lunedì prendendo un punto a Scutari contro l’Albania. Ma la prestazione degli azzurri preoccupa proprio in vista degli eventuali spareggi. Ventura, dopo il ko del 2 settembre contro la Spagna al Bernabeu, non sembra più padrone della situazione e la Nazionale di conseguenza non ha oggi la certezza di andare in Russia, anche perché rischia di non essere testa di serie a novembre e di prendere il Portogallo o la Croazia.

TRACCIA SCONTATAL’Italia fa una gran fatica già nel primo tempo e, pur avendo l’alibi di essere incompleta a centrocampo, non riesce ad alzare il ritmo per dare un senso alla sua serata. Senza De Rossi e Verratti, manca il play che inizia l’azione. Parolo e Gagliardini si alternano nella regia che però non è nel loro dna. Tocca, dunque, a Bonucci che è lento e scontato nel palleggio. Gli azzurri, nel 3-4-3 che conoscono poco e interpretano male, vanno a sprazzi, senza mai accendersi. Insigne non fa il fenomeno, ma inizialmente è almeno presente. Sua la prima conclusione del match, su invito di Immobile che lo mette davanti a Dimitrievski, bravo a chiudere sul tocco ravvicinato. E anche il colpo di testa, bloccato dal portiere macedone, su cross di Parolo e il lancio per Zappacosta che si pappa un gol grande così. E sua l’apertura per Immobile che permette a Chiellini di segnare a porta vuota.

ANDAMENTO LENTOGagliardini, alla prima da titolare, si nasconde. Lo stesso Verdi non decolla a destra. L’esterno usa bene i due piedi, senza però trovare il feeling con Immobile. Che dialoga solo con Insigne. L’Italia è sciatta e al tempo stesso timida. Ventura, in fase difensiva, sistema i giocatori con il 5-4-1 per non correre alcun rischio nella serata torinese. Non basta la prudenza, però. Pochi secondi dopo il gol del vantaggio, Bonucci perde il pallone al limite dell’aerea e Chiellini salva su Nestorovski entrato da solo in area.

GRUPPO SCOMPARSO La ripresa è stata addirittura peggio della prima parte. La Macedonia si è presa l’iniziativa e l’Italia è uscita definitivamente di scena. Angelovski ha addirittura cambiato il sistema di gioco per approfittare del calo azzurro: dal 3-5-1-1 è passato al 3-4-2-1, piazzando Trajkovski, in campo per Hasani, accanto a Pandev alle spalle di Nestorovski. La mossa ha pagato ed è stata migliore di quelle di Ventura che, inserito Rugani dopo l’intervallo al posto di Barzagli, ha schierato Bernardeschi per Verdi e il debuttante Cristante (13° di questa gestione) per Gagliardini. Trajkovski, su verticalizzazione di Pandev, ha calciato di destro per il pari dubito dopo la mezz’ora. Inutile e soprattutto improvvisato l’assalto finale dell’Italia che, in apnea da Madrid, non conclude mai in porta nel secondo tempo

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