Italia, da 10 e lode: riscritta la storia

Mancini fa il pieno a Zenica: primato assoluto di successi consecutivi in azzurro (10), superando Pozzo che comunque ha vinto due mondiali e un’Olimpiade, e 27 punti nel gruppo J, diventando testa di serie al sorteggio del 30 novembre a Bucarest per la fase finale di Euro 2020. L’Italia, insomma, spinge ancora forte sull’acceleratore, nonostante si sia qualificata con 3 turni d’anticipo, e umilia la Bosnia di Dzeko (0-3), costretta a cercare la promozione attraverso i play off di Nations League. La Nazionale, dunque, conferma il suo spirito propositivo anche allo stadio Bilino Poje dove cancella la sconfitta del 6 novembre del ‘96 a Sarajevo, ultima partita con Sacchi in panchina e unico ko contro la Bosnia. Ma il merito del ct è di riuscire a coinvolgere nella prestazione degli azzurri anche qualche giocatore che ultimamente nei rispettivi club va al minimo, come Bernardeschi e Insigne, o addirittura non ha spazio, come Florenzi. L’unica novità nella formazione di partenza è Tonali, preferito a Zaniolo che ormai fa l’esterno offensivo. La scelta è, quindi, tattica, con l’obiettivo di non snaturare la formula con il doppio play. L’Italia è già al sicuro prima dell’intervallo con i gol di Acerbi e Insigne. Si prende il match e se lo tiene stretto, anche perché Donnarumma difende il doppio vantaggio sul finire del 1° tempo, deviando su Cimirot e Kovacevic. Mancini fa il perfezionista in panchina, chiedendo la massima precisione nel palleggio. Ne discute con Jorginho che comanda in mezzo al campo. Tonali si vede nel pressing e sembra studiare lo spartito azzurro. Florenzi ed Emerson spingono sui lati, Acerbi è più attento di Bonucci, Barella si scatena e avanza a destra alle spalle di Bernardeschi. Dzeko ci prova, ma i compagni non lo assistono. Pjanic non è in serata e alla mezz’ora si ferma: problema muscolare. Il Gallo Belotti quindi cala il tris: verticalizzazione di Barella e conclusione potente all’inizio della ripresa. Il pubblico bosniaco regala la standing ovation a Berardeschi, dentro El Shaarawy. Nel finale fuori Insigne e Donnarumma spazio al centrocampista Castrovilli e al portiere Gollini. Con loro, sono 22 i debuttanti con questo ct. Che nel 2019 ha sempre vinto (9 successi, en plein nelle gare delle qualificazioni come il Belgio che però è per ora arrivato a 8): record eguagliato e da battere lunedì a Palermo contro l’Armenia. Lo riporta Il Messaggero. 

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