Inzaghi cerca l’apoteosi: «È la partita delle partite»

La Gazzetta dello Sport (S.Cieri) – Un regalo speciale per un doppio compleanno. Quello da allenatore della Lazio che cade oggi (il 4 aprile di un anno fa iniziò la sua avventura sulla panchina biancoceleste) e quello personale ventiquattr’ore dopo (domani sono 41 primavere). Simone Inzaghi ci scherza su («inutile dire quale sia il regalo che mi aspetto dai giocatori…»), ma è incredibile come il destino si sia divertito a inserire la sfida che vale una stagione a cavallo di due date estremamente significative per lui. Uno scherzo del calendario che dà all’appuntamento di stasera all’Olimpico connotati quasi trascendentali.

CHOLISMO – Molto più terreno è però il modo in cui Inzaghi ha preparato quella che può diventare la serata più importante della sua carriera di tecnico. Sì, perché il cammino compiuto finora con la Lazio, che resterebbe in ogni caso straordinario, avrebbe la ciliegina sulla torta: una finale di Coppa Italia conquistata ai danni dei rivali storici della Roma. Che, alla vigilia della doppia semifinale, erano decisamente favoriti. A ribaltare il pronostico nella gara di andata furono proprio le mosse dell’allenatore. Un Inzaghi formato Simeone che azzeccò tutto nella preparazione della partita e poi fu decisivo nello «spingere» la squadra oltre i propri limiti durante i 90 minuti. Un approccio «cholista» che ci sarà anche stasera. Perché questo è l’unico modo che ha la Lazio di colmare la differenza con la squadra di Spallettidella quale abbiamo un grande rispetto»), differenza acuita dall’assenza di Parolo per squalifica. Proprio come ha fatto in questi anni il Cholo (di cui Inzaghi è molto amico, oltre che ex compagno) col suo Atletico Madrid.

TESTA E CUORE – Motivazioni a mille, anche se non ce n’è bisogno. Perché basta la parola, derby, a dare alla sfida di stasera un valore unico. E infatti il tecnico della Lazio non si nasconde: «È la partita delle partite, quella che può dare un senso a tutta la stagione. Dovremo affrontarla al massimo, dare il 120 per cento, forse pure di più. È una di quelle sfide in cui serve tutto: cuore, cervello, gambe». E serve, magari, anche partire da un vantaggio di due gol. Inzaghi, un po’ come tutta la Lazio, preferisce non farci caso, consapevole che sentirsi al sicuro sarebbe il peggiore approccio alla partita. «Il 2-0 dell’andata ha fatto crescere le nostre possibilità, che all’inizio erano pochissime. Ma dobbiamo capire che si è giocato soltanto il primo tempo di questa partita. Adesso c’è il secondo tempo, nel quale noi partiamo dal 2-0, ma per difenderlo dovremo fare un’altra partita sopra le righe». Come accadde un mese fa nel match di andata. Sarà anche per questo che Inzaghi ripropone questa sera quasi la stessa formazione. Un solo cambio rispetto ad allora: Lulic (che all’andata era squalificato) per Parolo (che è squalificato adesso). Leggermente diverso il modulo, però: dal 3-4-2-1 dell’andata si passa a un più abbottonato 3-5-1-1. Già, perché il regalo per il doppio compleanno può arrivare anche attraverso un pareggio o una sconfitta di misura.

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