Alberto Intini, responsabile dell’Osservatorio del Viminale, è intervenuto in merito alle discussioni sugli striscioni esposti dai tifosi giallorossi in Roma-Napoli. Queste le dichiarazioni rilasciate ai microfone de ‘Il processo del lunedì’, programma in onda su Rai Sport:
“L’introduzione degli striscioni avviene con la tecnica dello spacchettamento, vengono composti all’interno. Il problema secondo me va visto in un’ottica più ampia: i controlli allo stadio sono opera degli steward, che si impegnano molto. Conseguenze? Non ci può essere il Daspo di gruppo, anche se lo meriterebbe. La normativa recente prevede il Daspo di gruppo caratterizzato da condotte specifiche che creano problemi per la sicurezza pubblica. L’infrazione riguarda l’esposizione di striscioni non autorizzati. Ci sarà una sanzione amministrativa. E’ prevista anche una sanzione penale in caso di contenuto minaccioso o ingiurioso: in questo caso i soggetti identificati per aver introdotto e sorretto lo striscione potranno essere denunciati per il gesto“.
Intini ha poi aggiunto: “Il problema non va ridotto nell’ottica repressiva, ma va affrontato preventivamente. La questione va risolta con le società proprio per rendere più fruibile lo spettacolo del calcio. Questione di Polizia? Non è un problema risolvibile con l’intervento di un poliziotto o di uno steward. La possibilità di fermare le partite è prevista per situazioni particolari, come i cori razzisti. Per individuare altre situazioni servirebbe un’altra norma della giustizia sportiva e su questo io non posso intervenire. Potremmo coprire qualche lacuna, ma il problema è modificare la cultura sportiva a monte facendo sì che ognuno si assuma le proprie responsabilità, a seconda del ruolo che svolge: dalla polizia, ai dirigenti sportivi, ai giocatori”.

