Inter, Spalletti: “La Roma è una grande squadra, non la dimenticherò mai. Ridotto il gap con le squadre sul podio” – VIDEO

Luciano Spalletti, tecnico dell’Inter, è intervenuto in conferenza stampa prima della gara contro la Roma, in programma domani sera alle 20.30 allo stadio Meazza. Le sue parole:

SPALLETTI IN CONFERENZA STAMPA

L’anno scorso la qualificazione Champions arrivò all’ultima giornata con la Lazio? Questa partita può assomigliare a quella? Può esser un match point, una sfida decisiva per la Champions?
Trovarsi a sei giornate dalla fine a lottare contro una squadra di valore come la Roma significa aver ridotto quel gap di differenza con quelle squadre – perché poi il riferimento nostro soprattutto sono squadre come Napoli e Roma, quelle squadre che negli ultimi anni hanno occupato in maniera stabile il podio del nostro campionato – per cui per noi è un momento importantissimo e ci arriviamo con la corda tirata al punto giusto che non è né moscia né tirata a rischio di spezzarsi e di conseguenza l’andiamo a stimolare e pizzicare volentieri questa corda perché ogni volta che lo facciamo emette un buon suono, per cui si va a giocare volentieri questa partita così importante.

Tottenham e Barcellona in semifinale di Champions, vi fa fare valutazioni diverse rispetto al percorso in Europa di quest’anno?
Non mi interessa essere valutato dalle sconfitte degli altri, mi interessa che ci siano considerazioni obiettive sul nostro cammino, su quello che è stato il nostro lavoro. Quando ti giochi le qualificazioni per il turno successivo deve essere tutto apposto. Come è successo al Napoli – che forse non ci è arrivato nel momento giusto – o alla Juventus che aveva degli infortunati, come del resto è successo a noi contro l’Eintracht. A me non crea nessun imbarazzo essere uscito da quella partita per quello che è stato il momento e le difficoltà di quel momento quando l’abbiamo affrontata. E’ una cosa che poteva succedere. Dover giocare quelle partite lì in quel momento ti può far risucchiare anche le partite successive. Il fatto di dover giocare queste partite qui essendo messi non benissimo poi ti traina dentro anche le partite successive che ti mettono a rischio anche il campionato. Quei calciatori lì che hai a livello mentale e muscolare ad un livello difficile poi nella partita successiva ci arrivi con difficoltà. Poi che i nostri professionisti siano riusciti a mettere in carreggiata la macchina e viaggiare a pieni regimi è stato un passaggio dove c’è sintomo di serietà, di professionalità, di attaccamento e di tutte quelle componenti che ci hanno permesso di venire a giocare questa partita per un risultato importante.

Il fatto di non avere Borja Valero e Brozovic quanto la preoccupa visto che la Roma renderà densa la partita in mezzo al campo?
Non è esattissimo, Borja Valero c’è. Brozovic lo valuteremo oggi anche se diventa difficilissimo e troppo rischioso, gli ultimi allenamenti li ha fatti anche se in maniera differenziata. Dobbiamo valutare se mettere a rischio – e non vogliamo mettere a rischio perché il rischio è troppo alto – così di getto. Devo parlare con i miei collaboratori che sono tutti professionisti e voglio sentire la loro opinione, penso sia difficilissimo, ma Borja Valero c’è. Abbiamo giocato delle partite anche senza tutti e due e abbiamo fatto buone gare. Abbiamo giocato con Gagliardini e Vecino che si sono divisi il compito dell’inserimento e della costruzione bassa e lo hanno fatto molto bene, Joao Mario è in un momento giusto, non è da escludere che si possa pensare a Joao Mario basso perché è un calciatore che sa fare quel ruolo lì. Borja Valero c’è.

Cosa viene in mente a Spalletti quando incontra la Roma?
Prima di tutto che c’è una partita dove posso portare tre punti a casa e diventa fondamentale per la classifica attuale quindi l’attenzione va tutta lì. Poi naturalmente c’è il ricordo di stagioni fatte sulla panchina della Roma, tutte in maniera molto sentita, molto vissuta perché a me piace far così e che sono un bellissimo ricordo per cui io tiro sempre una riga giorno dopo giorno dietro di me per non essere poi invogliato dal girare e tornare indietro ma dall’andare sempre avanti. E’ chiaro che è una bella cosa quella che ho alle spalle e che non dimenticherò mai, ritroverò tante persone che conosco e le risaluterò volentieri.

E’ immaginabile dopo una settimana di allenamenti a pieno rivedere dal primo minuto Lautaro? O rivedremo Icardi?
Rimane difficile dover dire chi gioca ad oggi. Andranno fatte delle valutazioni e poi stanno bene tutti e due per cui la scelta verrà fatta in maniera coerente, ma sarà una scelta difficile perché tutti e due meriterebbero di giocare.

Tra le persone che ritrovi domani c’è Totti. In queste settimane si parla tanto del futuro di Totti in un ruolo da dirigente con un peso ancora più importante. Pensi che lui possa essere una persona che può recitare questo ruolo nella Roma del futuro?
Mi rimane difficile andare in casa d’altri a dare dei consigli, per cui alla Roma sanno come fare. Totti sa come fare. Preferisco non entrarci dentro perché il mio ruolo ora è un altro, loro comunque rimarranno una delle società forti qualsiasi cosa faranno. Io non so neanche bene quello che è stato o quelli che sono i discorsi in riferimento alla domanda che mi hai fatto in questo momento qui.

Si parla della possibilità di portare Dzeko a Milano. E’ un giocatore che vorrebbe?
Si parla dei nostri calciatori. Oggi c’è da affrontarlo, è un avversario temibilissimo, in quel ruolo abbiamo Lautaro e Icardi che stanno facendo entrambi bene. Keita quando è stato chiamato ha fatto il suo lavoro in maniera corretta. Sul mercato dovete chiedere ad Ausilio, è lui il professionista su questi argomenti.

In questa fase del campionato si aspetta di più da Perisic?
Io mi aspetto tanto da molti dei miei calciatori in questo campionato perché man mano che le giornate vanno a diminuire i risultati sono ancora più importanti e riuscire ad essere concentrati, maturi, produttivi – anche quel pezzettino in più può fare la differenza per portare a casa una vittoria determinate -, mi aspetto che ci sia la considerazione corretta del momento che stiamo attraversando e di quella che è l’importanza di queste partite qui. Lui essendo un calciatore di livello internazionale sarà collocare questa partita nel posto giusto dentro alla sua testa, oltre che nei muscoli anche se i muscoli fanno quello che dice la testa.

Per la Roma è una partita delicata. Come ci arriva la Roma? Conosce i punti deboli, in queste situazioni, della Roma…
Per quelle che sono state le ultime partite che ho visto la Roma ci arriva nella maniera corretta perché hanno disputato delle buone gare e hanno fatto dei risultati importantissimi come quello di Genova con la Sampdoria. Poi le difficoltà che si attraversano nel nostro campionato toccano un po’ a tutti, devo pensare alle mie difficoltà, devo andare a lavorare bene per quello che riguarda l’Inter.

Quando avete avuto difficoltà a chiudere le partite ha sottolineato il fatto che la squadra ha dei momenti di calo. Vincere domani può essere un aiuto per non avere più timore?
Stare con queste squadre qui lo determina una costanza di risultati già fatta in precedenza. Ci è successo di abbassare il livello, ma ugualmente per essere lì a lottare con la Roma per la quarta posizione – se si va a vedere i campionati precedenti – diventa difficile trovare un appiglio a cui agganciarsi. E’ già stato fatto un lavoro che ci ha messo nelle condizioni poi di aver effettuato quel miglioramento per essere poi a lottare per queste posizioni. E’ chiaro che poi qualsiasi ulteriore conferma sarebbe tanta roba ecco, se riuscissimo a fare risultato nelle prossime partite darebbe ulteriori stimoli, fiducia e sicurezza per quelle che sono le prossime partite.

L’Ajax può essere un esempio? Come arriva Nainggolan alla partita contro la Roma? Sappiamo che è un passionale…
Non è una partita che determina, è una partita. Nel senso che l’Ajax – e qui si aprirebbe la possibilità di andare a parlare di calcio, cosa che non è diffusa in conferenza stampa, meglio trovare un altro luogo – sta facendo delle buone partite, intanto è in testa con il PSV, contro il PSV ha perso, ci sono delle componenti che poi noi avendo pareggiato abbiamo fallito, ci sono tutti questi aggrovigliamenti che bisognerebbe smatassare per bene. Però l’Ajax nel nostro campionato diventa difficile poterla comporre perché poi tra il dire “si vuol vincere” e il farlo poi ci sono in mezzo tutte quelle componenti, quei contenuti, quella serie di cose che vanno dette, che vanno fatte provare sul campo, contenuti di cui poi bisogna prepararne tutti i dettagli in maniera particolare. Poi ci vuole una strada credibile per i calciatori, bisogna andargli davanti, devi dirgli delle cose tutti i giorni, non è far giocare questo o quello. Ci sono delle motivazioni perché si fa giocare questo o si fa giocare quello. Si va in campo e si prova, non è “non va passata la palla al portiere”, ci sono i più grandi club europei che se il portiere non sa giocare coi piedi non ci si avvicinano neanche a guardarlo. E noi continuiamo a dire che costruire dal basso è un danno. Cosa si va a dire ai giocatori che sono professionisti e ne sanno più di noi quando si va a fare un’esercitazione in campo, non fanno solo torello e partitina, ma che professionista sei se non hai un modo tuo di lavorare, una strada tua da seguire e ti vai ad affidare alla casualità? Che passionalità hai del tuo lavoro? Qual è la strada che vuoi andare a seguire e che di conseguenza vuoi andare a tentare di stimolare ai calciatori e che vuoi proporre al tuo gruppo? E’ quello lì. Loro hanno prima di tutto una cultura a livello di Nazione, a livello di club hanno una cultura dove poi si va a giocare per portare a casa un disegno costruito precedentemente perché è un modo professionale e professionistico di lavorare. Ad esempio ieri Dotto ha fatto un articolo che ha scritto in un modo appassionato, è lì la differenza. Poi su alcune cose non mi trova d’accordo, però poi mi ha fatto sentire davanti a uno specchio in tanti dei suoi passaggi e quando poi lui dice dei mulini a vento, sicuramente lui non è un mulino a vento. Lui è una penna che scrive inchiostro, è una penna importante e prestigiosa del nostro giornalismo, poi può scrivere anche i difetti che ho, ma lo scrive in maniera corretta, appassionata. E’ lo stesso discorso del calcio: quello che lo fa deve farlo in maniera appassionata, deve avere un motivo per andare davanti ai giocatori e gli spiega perché bisogna fare questo o quello. All’estero cominciano da una costruzione bassa con il portiere perché chiama fuori la squadra avversaria e si libera spazio dietro le spalle. E’ più facile poi andarci a giocare. Perché quando vieni a prenderla devi essere organizzatissimo, per cui io faccio il passaggio in più e poi si rischia di perderla perché è successo. Però se passo da quel pressing lì si apre una prospettiva diversa sul dove a giocare, si aprono spazi diversi e ci vado a giocare sugli spazi, prendendomi dei vantaggi sugli spazi. Perché l’Ajax ha fatto questo? Perché ha quel modo di fare lì, quella professionalità nel lavorare lì e piano piano viene ripagata. Ci sono delle operazioni che abbiamo fatto per riuscire a colmare velocemente quel gap che abbiamo con le squadre più forti perché abbiamo bisogno di fare questo. Zaniolo è sicuramente un calciatore di qualità, ma non è l’unico che è rientrato nelle trattative di mercato, purtroppo abbiamo dovuto prendere delle decisioni di mercato per salire velocemente di gradino per poter poi fare un confronto dove poi tutti ci obbligano di dover stare. Non c’è il tempo di poter programmare con calma. Ad ogni decisione di mercato abbiamo dovuto rendere conto al nostro socio di maggioranza che è il fair play finanziario. Questo ci ha obbligato a fare delle operazioni di mercato dove siamo stati costretti a metterci dentro dei giovani promettenti, come Zaniolo che ho citato. Noi i sacrifici fatti li abbiamo fatti per portare un calciatore come Radja Nainggolan che poteva essere un giocatore che ti dava subito il risultato della differenza che avevi penato negli ultimi anni o che si era evidenziato nelle ultime stagioni. Ci sono delle necessità che bisogna andare a colmare, a volte si fa bene e a volte male. Però sono sempre state tutte considerazioni, tutte prese di posizione per fare il bene dell’Inter il più velocemente possibile. Forza Inter!

SPALLETTI A INTER TV

La squadra è reduce dall’ottima prova di Frosinone, com’è andata la settimana?
Ultimamente sta disputando prestazioni corrette per le qualità che possiede, per trarre un sintesi la corda è tirata al punto giusto, né moscia né troppo tirata al punto di spezzarsi. Per cui andiamo a pizzicarla volentieri.

La Roma vorrà fare una gara importante, che match si aspetta?
Difficile, loro sono una grande squadra, stanno attraversando un buon momento tra prestazioni e risultati. Essere a lottare per la Champions con la Roma che negli ultimi anni ha vissuto sul podio del nostro campionato in modo meritato significa che tutto sommato il lavoro che stiamo facendo è corretto e ci permette di misurarci contro queste squadre che negli ultimi anni ci hanno messo in difficoltà.

L’Inter affronterà big ma anche squadre che lottano per non retrocedere…
Non è mai un riferimento per noi. Dobbiamo andare sempre a fare prestazioni importanti, si è visto in questa e nella scorsa stagione che si rischia di lasciare punti per strada determinanti contro chiunque se non li affronti con autorità e con maturità. Se non ci metti la garra che serve per portare a casa i contrasti che ti permettono di sviluppare il tuo gioco. Servono tante componenti e l’Inter le ha a disposizione, basta metterle dentro le partite.

Quanto è importante il supporto dei tifosi?
L’abbiamo già detto, ormai ci siamo abituati e fa parte della nostra squadra. Senza i tifosi saremmo senza un calciatore fondamentale.

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