Indice di liquidità, le società adempiono. La Lazio lo fa sul gong

La Gazzetta dello Sport (V. Piccioni) – Nessun terremoto. Ma una suspence finale relativa alla posizione della Lazio di Lotito, che taglia però il traguardo in volata, poco prima della mezzanotte. L’indice di liquidità “ammissivo” non dovrebbe mettere a rischio l’iscrizione al campionato di Serie A dei 20 club. Ieri, è scaduto il termine per quanto riguarda la consegna della documentazione da parte delle società che fotografano i bilanci al 16 marzo.

In pratica, sui dati di ieri, la Covisoc verificherà il rispetto della soglia previsto dalla delibera approvata dal consiglio federale e su cui la Lega di Serie A si è messa di traverso con l’iniziativa di ricorrere al collegio di garanzia dello Sport, il grado di legittimità della giustizia sportiva, una sorta di Cassazione, oltre il quale ci sono il Tar e il Consiglio di Stato. L’indice di liquidità è il calcolo fra attività e passività correnti, cioè le esposizioni debitorie nel breve periodo. La soglia da rispettare e quella dello 0,5 calcolata però con alcuni correttivi che ne riducono di un terzo la severità. I club avevano chiesto lo 0,4 ma prima di tutto erano scesi in campo per rinviare di un anno l’applicazione della nuova norma che Gravina ha invece voluto e ottenuto sull’altare della linea “basta spese folli”.

Nella serata di ieri si è risolto il punto interrogativo, quello della Lazio. Si era creato una specie di giallo sulle intenzioni di Claudio Lotito e sulla possibilità di portare lo scontro con la Federazione a livello più alto. Una mancata consegna, da codice, costa un punto di penalizzazione. In ogni caso, è evidente che questa vertenza dell’indice di liquidità avrà qualche ricasco giuridico sportivo (e non solo) anche se è ormai chiaro che la posizione della Federcalcio non cambierà.

In pratica, questa è la linea emersa nell’ultimo consiglio federale, per l’iscrizione al campionato 2022-23, le regole e la soglia saranno quelle prese a larga maggioranza dal governo del calcio (18 voti favorevoli contro 3). Il 20 giugno, però, la vicenda tornerà sul tavolo del consiglio per valutare per il resto del triennio dei correttivi rispetto alla norma base. Così, per ora, non si dovrebbero avere sconquassi.

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