Indagine sul “commissario” Malagò, la storia è quella della Lega

Corriere della Sera (L. Ferrarella) – Dopo le discussioni a distanza per la ripresa del calcio, continuano i guai per Giovanni Malagò. Il presidente del Coni infatti è indagato per l’ipotesi di falso in verbale assembleare dai pm milanesi Paolo Filippini e Giovanni Polizzi. Il fatto risale al 19 marzo 2018, quando Malagò, commissario della Lega Serie A, porta avanti i lavori per eleggere come nuovo presidente Gaetano Miccichè. Secondo quanto raccolto dai pm, il presidente della Juventus Andrea Agnelli propose l’elezione per acclamazione, con l’appoggio di Malagò che disse: “Se no salta tutto”. Invece la votazione procede con il voto segreto, modalità non gradita nemmeno dal dirigente della Roma Mauro Baldissoni“Invito tutti a rinunciare allo scrutinio segreto. Chi per caso abbia deciso di votare contro, lo dica apertamente: sarei in imbarazzo se, aprendo le buste, non ci fosse l’unanimità necessaria anche ai fini della modifica statutaria”. A quel punto Malagò chiese a tutti i presenti di dire il nome di Miccichè se l’avessero voluto come presidente, ed i presenti risposero con il cognome del futuro presidente di Lega. Dopo di che, l’attuale numero 1 del Coni concluse: “Le schede non si aprono più, c’è la dichiarazione”, aggiungendo nel verbale: “dispone non siano scrutinate, ma inserite in un plico sigillato in cassaforte”.

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