In casa della Viola domani entrano Gonalons e Manolas

Il Messaggero – Alessandro Florenzi non ha segnalato problemi al flessore della coscia destra: ieri l’esterno ha svolto una seduta d’allenamento differenziato (programmato) insieme con El Shaarawy e Kolarov ed oggi rientrerà in gruppo. Il fastidio muscolare accusato con il Chelsea, insomma, è passato e non dovrebbero esserci rischi di ricaduta; l’esterno è pronto a cominciare dal primo minuto la partita contro la Fiorentina (domani ore 15) e strappare la convocazione in Nazionale per il playoff contro la Svezia. Al Franchi, Di Francesco ritroverà tra i titolari Manolas (squalificato dalla Fifa per il turno d’andata del playoff contro la Croazia perché accusato di essersi procurato un’ammonizione «intenzionalmente» nella partita con Cipro), il greco è fermo dalla gara con il Napoli dello scorso 14 ottobre per una lesione di primo grado all’adduttore sinistro e affiancherà Fazio al centro della difesa. Con Peres che resterà fermo almeno fino al derby, gli esterni saranno Florenzi e Kolarov (Emerson dovrà aspettare ancora qualche settimana), più complicato il discorso a centrocampo: De Rossi dovrebbe accomodarsi in panchina lasciando spazio a Gonalons, certi del posto Nainggolan e Strootman anche se Pellegrini spera in una maglia da titolare. Il trio delle meraviglie in attacco è confermato: El Shaarawy, Dzeko e Perotti daranno spettacolo anche al Franchi con Defrel in panchina recuperato e pronto a subentrare.

C’È SOLO IL 4-3-3 – Da quando Di Francesco ha preso il comando della Roma, Diego Perotti è apparso un calciatore rivitalizzato: sicuro dei suoi mezzi, continuo e determinante. L’argentino si è riguadagnato la nazionale: «Dopo 6 anni mi hanno richiamato, in queste due amichevoli dopo la Fiorentina (contro Russia e Nigeria ndc), mi gioco il 90% delle possibilità di andare al Mondiale», ha detto a Sky Sport. È stato fondamentale l’approccio del nuovo allenatore: «Sicuramente ci ha messo del suo. Prima lavoravamo in un altro modo e non è facile quando passi da un allenatore a un altro. Rispetto a Spalletti non si cambia sistema di gioco, a lui piace il 4-3-3 e finora abbiamo giocato sempre così. Piano piano abbiamo capito la sua maniera di lavorare, di pressare, di essere corti in campo. Il Chelsea? Sapevamo di poter vincere, magari non 3 a 0».

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