Il valore aggiunto. Spalletti si carica l’Inter sulle spalle: “Squadra forte e niente limiti…”

La Gazzetta dello Sport (M.Graziano) – Top player non ne sono arrivati, zero rivoluzioni di fatto rispetto al gruppo che nell’ultima stagione, almeno da febbraio in poi, ha scritto una delle peggiori pagine della storia dell’Inter. E la vittoria sulla Fiorentina non ha allontanato profonde tracce di scetticismo generale attorno a un progetto, quello di Suning, che per vari motivi tarda a decollare e non scalda ancora gli animi nerazzurri. Tifosi aggrappati allora a Luciano Spalletti, lui sì riconosciuto all’unanimità come valore aggiunto, unico fuoriclasse portato a Milano in questa sessione di mercato.

CONDOTTIERO – E Luciano, che certe insidie ambientali le sa riconoscere da lontano, ha deciso di esporsi in prima persona. Così ieri si è di fatto messo in testa alla truppa, mento alto e petto in fuori, proprio alla vigilia della «sua» partita, contro la Roma. «L’Inter è forte – ha detto il tecnico toscano – e io sono felice di lavorare con questi giocatori. Durante la preparazione mi hanno fatto vedere di che pasta sono fatti, tecnicamente e sotto l’aspetto della qualità umana: gente vera, affidabile. Ho a disposizione stelle di primo livello, altre vanno solo un po’ rispolverate. Perisic e Icardi sono già due da Gran Premio, sono partiti forte. Ivan, in particolare, ha prodotto impressionanti vampate da cento metri per dare una mano dietro: sacrifici che la squadra saprà restituirgli. E questo è un esempio per tutti: dobbiamo migliorare nell’essere squadra, blocco, nell’essere nelle condizioni di dividersi vantaggi e svantaggi durante la partita». Spalletti si attende probabilmente un salto di qualità definitivo dai vari Brozovic, Joao Mario e Miranda, alcune delle grandi delusioni dell’ultima stagione. Capitolo mercato: «I giocatori che avevo chiesto sono arrivati. Dalbert era già nel mirino della società, Vecino e Borja Valero li conosco bene e li ho voluti io. Kondogbia? Faceva richieste che all’inizio pensavamo di far rientrare: i direttori (Sabatini e Ausilio, ndr) sono stati bravi a portare a casa Cancelo attraverso uno scambio col Valencia; il portoghese e Dalbert sono grandi giocatori, professionisti da Inter. Non dipende dai direttori se inizialmente si pensava di arrivare a una certa quota e poi non è stato più possibile a causa di paletti, regole, buon senso e logica che nel calcio vanno usati. Essere dentro le regole è fondamentale, qualcuno deve iniziare a farlo, e il mio club lo ha sempre fatto. All’inizio abbiamo mirato a situazioni diverse che non si sono portate a casa, potevamo essere più ordinati forse, ma nel calcio capita di dover modificare il percorso, e io sono orgoglioso di averlo fatto con il club in base alle situazioni che ci chiamavano in causa». Infine, il fronte delle ambizioni: «Non firmo nulla, non metto limiti né pongo paletti. Ho fiducia nei miei ragazzi, hanno potenzialità importanti, e lo sapevo anche prima di conoscerli direttamente». Condottiero vero, aziendalista al punto giusto, nessuna paura di prendersi ogni responsabilità: in una mezz’oretta di conferenza stampa ha fatto da scudo a squadra, proprietà e uomini mercato, invitando allo stesso tempo i tifosi a sognare in grande. Una mossa fondamentale, ma non totalmente dovuta, che testimonia quanto Spalletti sia realmente coinvolto in questa nuova avventura.

I DUBBI DEI TIFOSI – Cielo per nulla sereno sopra il pianeta Inter, va detto. L’umore di gran parte del popolo nerazzurro non è dei migliori, lo si intuisce per strada, attraverso i social e nei bar. Colpa di un mercato che a giugno prometteva fuochi d’artificio, ma che finora ha obiettivamente regalato solo qualche petardo. E giovedì c’è lo stop agli affari. Un’inversione di tendenza, a livello di investimenti, emersa improvvisa a inizio agosto. Improvvisa in tutti i sensi se è vero che i primi a restare spiazzati sono stati Sabatini e Ausilio, costretti a mollare di colpo affari praticamente già perfezionati e a rivedere velocemente le priorità in entrata. Nuova linea (autofinanziamento puro, si compra solo se prima si fa cassa) che gli uomini mercato nerazzurri hanno appreso appunto di rientro dalla tournée asiatica.

ERRORE STRATEGICO – Il fair play finanziario costringe l’Inter nuovamente al pareggio di bilancio il prossimo giugno, pesa sempre tra l’altro la doppia «sciagurata» operazione Gabigol-Joao Mario, con Suning che ha speso molto anche in questi mesi, nonostante lo stesso governo cinese abbia invitato le aziende di casa a darsi una regolata a livello di investimenti nel calcio estero. È dunque legittimo un giro di vite, pretendendo allo stesso tempo operazioni in uscita. L’errore generale è stato però strategico: il tutto andava probabilmente valutato a metà maggio e quindi comunicato tempestivamente a Sabatini e Ausilio. che a loro volta avrebbero poi sicuramente scelto un «piano di battaglia» diverso in base al tesoretto a disposizione. In cima alla lista sarebbero per esempio finiti il centrocampista alla Vidal o alla Nainggolan e l’operazione Schick. Adesso completare adeguatamente la rosa è impresa molto complicata. Sabatini e Ausilio ci stanno comunque provando con tutte le forze.

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