Il Tempo – Spalletti o Allegri per la panchina, Wallace il primo colpo

Un accordo preliminare che a Trigoria vale già come una fetta di futuro. Il percorso ad ostacoli intrapreso meno di due anni fa dalla nuova proprietà americana è pronto ad accogliere nuovi adepti, che nell’immaginario collettivo (in primis quello societario) aiuterà ad espandere e migliorare il marchio capitolino sotto ogni punto di vista. In molti già si chiedono quali cose potrebbero cambiare, se tutto questo implicherà un possibile cambio al vertice. La certezza è che James Pallotta rimarrà al comando della Roma, supportato dai tre soci del consorzio americano e affiancato, chissà magari in tempi brevi, proprio dallo sceicco che viene dall’oriente.

L’accordo aprirà ovviamente ad uno scenario, già preventivamente calcolato nelle idee della proprietà giallorossa, per uno sviluppo tecnico e aziendale. Andrà definito innanzitutto il quadro dei dirigenti: Sabatini è pronto a firmare il rinnovo di contratto mentre Baldini deve sciogliere le riserve sul suo futuro.
I nuovi capitali potranno essere utilizzati per rafforzare la squadra nell’imminente sessione di mercato con un budget che per il terzo anno consecutivo non dovrà far fronte a crisi e periodi di austerity. Ma il primo punto, ovviamente, sarà l’allenatore: detto che il lavoro di Andreazzoli verrà seguito con grande attenzione, sono già partiti i contatti con i possibili successori. Il preferito sarebbe il cavallo di ritorno Spalletti, legato però da un ricco contratto allo Zenit. Allegri è l’altro obiettivo, ma la rinascita del Milan complica i piani della Roma.
Intanto la dirigenza è già al lavoro per puntellare una rosa, ancora migliorabile nei ruoli chiave, difesa in primis. Se per ora rimangono soltanto voci quelle conducono alla decisione di acquistare un giocatore importante per ogni ruolo, i primi passi sono già stati fatti. Sabatini tiene in pugno Wallace, terzino destro brasiliano, che in patria già definiscono l’unico degno erede verdeoro di Maicon e Dani Alves. Fresco acquisto del Chelsea (che lo ha pagato più di dieci milioni), non può però giocare in Premier League perché sprovvisto del permesso di lavoro: situazione che a Trigoria tutti pensano girerà senza sorprese a loro favore.

Il rafforzamento tecnico coinciderà ovviamente con le numerose iniziative commerciali che riguarderanno ogni vicenda extra campo. La presenza attiva del nuovo socio arabo aprirà le porte ad una parte del mondo sconosciuta all’ombra del Colosseo e battuta finora soltanto dai più grandi club europei. La possibilità di organizzare nuove tournée in Asia e Medio Oriente non saranno più un miraggio, per un processo di espansione del brand, cominciato qualche mese fa nella patria dei nuovi padroni (partnership con la Disney, ritiri invernali negli Stati Uniti) e pronto a muoversi anche verso est in un processo globale, fatto di merchandising e accordi pubblicitari che a lunga scadenza consentirebbero alla società di auto finanziarsi.
Il richiamo dei grandi marchi riguarderà in primis la scelta dello sponsor tecnico: la lotta tra Nike e Adidas, sembra essere arrivata alle battute finali. Un passo dopo l’altro che si concluderà ovviamente nel posizionamento della prima pietra del nuovo stadio. Firmato l’accordo per i terreni di Tor di Valle, entro luglio la Roma e Parnasi contano di presentare il progetto alle istituzioni. La Roma spera, che non ci siano ulteriori intoppi burocratici, quando la politica entrerà inevitabilmente nella vicenda per una possibile accelerazione dell’iter. Un sogno, che la nuova intesa arabo-americana spera di poter rendere realtà entro il 2016-17.
Il Tempo – Adriano Serafini

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti