Il tango di Fazio: «Messi cresciuto con me ma pensiamo solo a noi!»

Corriere dello Sport (R.Maida) – Il ghigno di Federico Fazio è timido ma non remissivo. Seduto tra una bandiera del Barcellona e una della Catalogna, che troneggiano nella sala conferenze del Camp Nou, il comandante-gigante risponde con garbo deciso a quattro domande sullo stesso argomento: come fermare Leo Messi. Risposta: «Fermare Messi è inutile se non fermi il Barcellona. Sarebbe sbagliatissimo pensare di limitare Leo, che pure è il giocatore più forte del mondo. Altrimenti agli altri chi pensa?».

SCALATAFazio è alto 25 centimetri più di Messi ma sa che dovrà essere lui ad arrampicarsi sull’avversario che ben conosce: «Si può dire che siamo cresciuti insieme. Ma non sono solo io a conoscerlo. Tutto il mondo sa chi sia». Hanno la stessa età, sono compagni nella nazionale argentina e da ragazzi hanno regalato un grandissimo risultato alla patria, l’oro olimpico nel 2008 a Pechino. Della sfida di Champions hanno parlato a lungo nelle ultime due settimane di ritiro. «Ma non ci siamo detti niente di particolare – precisa Fazio – tutti e due ovviamente ci presentiamo a questa partita con grande ambizione. Non so se loro siano davvero i grandi favoriti, non mi interessa parlare di percentuali. Voglio solo pensare alla Roma e a fare il meglio che posso». Lui, come Perotti, un altro che frequenta ormai stabilmente Messi e la nazionale argentina.

FRATELLANZA – Barcellona-Roma è anche una questione tra vecchi amici. Ci sono pure Monchi e Rakitic, che il ds della Roma ha portato a Siviglia: i due sono ancora in contatto e si vogliono bene, per una sorta di gratitudine reciproca. Come Alisson con i compagni di Brasile, Paulinho e Coutinho. Il secondo non è utilizzabile in Champions, piccolo vantaggio per la Roma. E poi ovviamente nessuno dimentica Vermaelen e Digne, che a Trigoria hanno trascorso un anno a testa. Nessuno dei due sarà fra i protagonisti della partita ma sul piano della professionalità tutti e due (soprattutto Digne, che fece una bella stagione) hanno lasciato un ottimo ricordo a Roma.

SPERANZA – Fazio peraltro contro il Barcellona ha già vinto. Una sola volta ma non banale. Era l’agosto 2010, andata della Supercoppa spagnola: il Siviglia fece 3 gol al Barça di Guardiola che schierava Ibrahimovic come centravanti ma non Messi. In campo, dalla parte di Fazio, c’era ovviamente anche Perotti che offrì un prelibato assist a Kanouté. Al ritorno il Barcellona avrebbe schiacciato l’avversario con un robusto 4-0 ma in quel caso Fazio andò in panchina. Messi invece giocava: ne fece soltanto 3. «Non fatemi pensare al passato – ringhia Fazio con l’occhio serio – contano solo presente e futuro. La Roma deve essere umile ma anche ambiziosa. Non siamo arrivati qui per caso». Nemmeno lui, che gioca per la prima volta un quarto di Champions League come gran parte dei romanisti: «Non ho rivincite da prendermi. Mi interessa solo continuare la mia strada. E’ dura. Ma noi vogliamo provare tutto quello che si può per rimanere in Europa». Difendere al top, intanto, di squadra. Non solo Alisson, Manolas e Fazio. Tutti. Ma senza aver paura di aggredire, con la giusta dose di autostima e spensieratezza: «Non parliamo di tattica o di atteggiamento. Non diamo vantaggi a nessuno». Messi, abbi pazienza

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