Il padre di Di Francesco: «Tifo Difra. Quale dei due? Non posso scegliere, sono papà e nonno»

La Gazzetta dello Sport (L.Police) – Se cercate sul dizionario la parola derby, troverete tale definizione: «Nel calcio, incontro tra due squadre della stessa città o regione, o anche tradizionalmente rivali». E Bologna-Roma di domani sembrerebbe non rientrare nella categoria. Sembrerebbe, appunto. Perché il derby si gioca in casa Di Francesco: da una parte papà Eusebio, tecnico dei giallorossi; dall’altra Federico, attaccante dei rossoblù. Non una novità: è il 4° scontro in A (una vittoria a testa e un pari). Spettatore speciale sarà Arnaldo, padre e nonno dei due. Ottanta anni, radici abruzzesi e la voglia matta di non perdersi il match: «Vado poco allo stadio, meglio la tv – dice da San Giovanni Teatino, provincia di Chieti –. Tranne quando Eusebio e Federico si incrociano: sempre presente, ci sarò pure stavolta».

E poi diciamolo: per lei il Dall’Ara è qualcosa di speciale.
«Proprio così. Sono diventato tifoso del Bologna nell’anno dell’ultimo scudetto, il 1964, grazie ad alcuni cugini che vivevano in città. Naturalmente, tifo pure Pescara e per i club di mio figlio e mio nipote».

Il calcio è sempre stato presente in famiglia?
«Io non ho mai giocato, ho cominciato a lavorare a 14 anni. Mentre Eusebio e Federico, sin da piccoli, hanno palesato la loro passione: Eusebio giocava nel piazzale antistante il ristorante di famiglia prendendo a calci lattine oppure palloni fatti di spugna o vecchi fogli di giornale. E lo stesso Federico: lui però stava in casa anziché in strada. Sa com’è, i tempi sono cambiati…».

L’emozione più grande, pensando alle loro carriere?
«Esordio in Nazionale (5 settembre ’98 in Galles-Italia 0-2, ndr) per Eusebio. E prima rete in A (11 settembre 2016, Bologna-Cagliari 2-1, ndr) per Federico: ero allo stadio e lui, dopo la partita, mi ha dedicato il gol. Una giornata bellissima».

Ci dica la verità: Federico è il più bravo tra i due?
«Lo dicono in molti. Federico è arrivato in A prima del papà, ma credo debba ancora dimostrare tanto».

E a tavola si parla di calcio?
«Pochissimo, con Eusebio ancora meno. Io li sprono solo a migliorare sempre».

Capitolo Bologna-Roma, come ci arrivano i due Di Francesco?
«Federico è stato frenato dagli infortuni ma ha tutto il tempo per rifarsi. Di Eusebio, invece, sono contentissimo: mi auguro che la Roma possa mantenere l’attuale posizione di classifica. La sfida al Barcellona? La sorpresa nell’uovo di Pasqua (ride, ndr), speriamo vada bene».

Tornando a domani: pronostico?
«Il cuore mi dice che non posso farne. Spero in una bella partita e in una grande prestazione di Federico, poi ci prenderemo il risultato che verrà. Farò il tifo per entrambi e sarò dispiaciuto per chi perderà».

Spesso Eusebio ha detto che sarebbe difficile allenare il figlio. Lei se li immagina insieme?
«Eusebio ha sempre detto “sono il padre di mio figlio, non l’allenatore”, per questo credo sia dura. A me personalmente piacerebbe molto. E farei anche meno fatica: avrei solo una squadra da tifare…».

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