Il miracolo dell’outsider Tommasi: “È una nuova pagina”

La Repubblica (C. Vecchio) – Damiano ale, Damiano ale“, cantano commossi i ragazzi con le magliette gialle. Incredibile ma vero, a Damiano Tommasi è riuscito il più mancino dei tiri: è il nuovo sindaco di Verona. Mentre scriviamo, stipati come sardine nel suo comitato elettorale sauna, attorno a noi è tutto un abbracciarsi stile Mundial, grida festanti, rullare di tamburi, “Da-mia-no, Da-mia-no”, “non ci posso credere”, “abbiamo fatto la storia”: il senso di incredulità che danno le grandi imprese.

Ed è una notte che questi ragazzi porteranno sempre nel cuore: questa è soprattutto la loro impresa. Tommaso Ferrari, il leader della lista di giovani Traguardi, intorno alle 23,30 inizia a leggere i risultati che giungono dai seggi. All’inizio sembra che si profili un testa a testa, tuttavia è solo un’impressione fallace. “Ci dispiace, ma siamo a 54 a 46“, dice con slancio ribaldo a un certo punto Ferrari, e lì parte un enorme “sìììììììì!”. È come stare in curva sud.

C’è una bellezza che dobbiamo ritirare fuori, mi sono sempre piaciute le sfide difficili, io ho vinto un campionato con la Roma, che ne ha vinti solo tre in cent’anni, e ho sempre pensato che nella vita bisogna essere zemianiani: attaccare, rimanendo se stessi“.

 

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