Il metodo Mourinho sbarca a Trigoria. Da Pellegrini a Dzeko: i primi colloqui

La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Come si vede dalla serie su AmazonAll or nothing” per Mourinho l’ambiente, la città, la quotidianità sono il contorno. Per lui esistono soltanto i giocatori e il campo di allenamento. All’inizio della sua esperienza al Tottenham ne individua quattro. Tra questi c’è il capitano Kane che dà l’esempio “anche solo per come si comporta e lavora“. Mou ci parla subito e lo invita ad andare a casa per stare con la famiglia e mettere a letto i figli. Inevitabile pensare con chi farà il primo colloquio con la Roma: Lorenzo Pellegrini. Un leader dello spogliatoio inglese, poi, era Moussa Sissoko, giocatore di esperienza e personalità, guida carismatica del gruppo.

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Alla Roma sa già dell’importanza di Dzeko e gli sarà bastato vedere gli applausi del gruppo al derby. Discorso identico per uno dei più talentuosi che aveva il Tottenham: Dele Alli. Mourinho davanti a tutta la squadra gli disse di aver capito che non ama allenarsi bene ma poi cerca di spronarlo ribadendogli che tutto si può fermare tranne il tempo, e così rischia di vivere di rimpianti. Il pensiero va immediatamente a Nicolò Zaniolo. Il portoghese lo ripete spessissimo, non vuole bravi ragazzi, ma una squadra di “bastardi. Le brave persone non vincono i trofei e nella storia ci resta solo se si vincono i trofei“.

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