Il Messaggero – Rudi ritrova De Rossi imbattuto in Italia

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In molti si accorgono di lui, soprattutto quando non c’è. Il ‘lui’ in questione è De Rossi, pronto a tornare a disposizione di Garcia contro il Parma. Una stagione strana quella del centrocampista che, suo malgrado, si è visto tirato in ballo sui media soprattutto per questioni extra campo e per gli infortuni. Negli ultimi 8 mesi il polpaccio non gli ha dato tregua. Un calvario iniziato la scorsa estate, quando in pieno Mondiale, fu costretto a dare forfait a poche ore dall’ultima sfida con l’Uruguay per un problema al muscolo soleo della gamba destra. Poi il bis durante Roma-Cagliari (21 settembre): questa volta, però, la lesione di primo grado è al polpaccio sinistro. La prognosi non cambia: ancora un mese di stop. L’ultimo ko arriva il 25 gennaio a Firenze. Finisce la gara molto affaticato: nelle ore successive gli esami evidenziano l’ennesima lesione.
CHE CAMPIONATO –  Stavolta per recuperare sono bastati 20 giorni: De Rossi è finalmente pronto, mancando il primo incontro con Francesco Totti, fermato dalla febbre. In stagione ha disputato in campionato 14 gare, 13 da titolare e ha segnato un gol (il 2-0 al Cesena). Con lui titolare, lo score della Roma è di 8 vittorie (che diventano 9 considerando Roma-Inter 4-2 quando subentra a Keita nella ripresa) e 5 pareggi e 0 sconfitte; 21 gol segnati (22 con quello di Pjanic al 92’ contro i nerazzurri) e appena 6 subiti (Atalanta, 2 Sassuolo, 2 Lazio e Fiorentina).

Della serie: esiste una Roma con De Rossi e una senza. Diverso il ruolino in Champions dove ha disputato appena 3 partite: un pareggio (a Mosca) e due sconfitte (contro il Bayern), con 2 gol all’attivo e 10 subiti. Parziale riscatto in coppa Italia dove proprio il nazionale azzurro ha segnato il discusso rigore che ha permesso di eliminare l’Empoli ai supplementari.

SOGNI E POLEMICHE –  Eppure i numeri sembrano non bastare. Se De Rossi afferma di voler chiudere la carriera negli Usa, qualcuno storce il naso. Se invece dichiara che da piccolo sognava di giocare un Boca-River con la maglia del Boca, altri sgranano gli occhi come se avesse giurato eterno amore ai rivali della Lazio. A 31 anni, Daniele ha le spalle larghe per far caso (ancora) a queste cose. Anche perché in un’annata così strana che deve ancora avere il suo epilogo, un successo l’ha già portato a casa: quello di finire nella hall of fame della Curva Sud. Magari, sotto quella barba lunga, immagina un altro traguardo che per scaramanzia non vuole sbandierare.

Il Messaggero – S. Carina

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