Il mago Perotti

Corriere dello Sport (A.Polverosi) La mezza impresa della Roma a Londra si è trasformata ieri sera in una fantastica vittoria sui campioni d’Inghilterra. La preparazione, l’attenzione, l’organizzazione del gruppo di Di Francesco in questa partita hanno pochi paragoni nella storia della Champions di questa squadra. E’ stato il collettivo a realizzare il capolavoro, ma le prime due firme portano quelle delle due ali, Stephan El Shaarawy e Diego Perotti. Due ali che stringono in uno spazio che uno dei centravanti più intelligenti del calcio europeo, Edin Dzeko, lascia libero portandosi dietro sempre due marcatori. E’ come un imbuto alla rovescia, stretto all’inizio e poi sempre più largo.

IL MAGO DEI DRIBBLING – Quando Perotti sta come stava ieri sera, diventa impossibile marcarlo. Conte lo aveva affidato a Azpilicueta, il suo esterno di contenimento: chissà per quante notti gli verrà in sogno, trasformandolo in incubo. Tutte le volte che Perotti lo puntava, lo metteva fuori causa. Era ispiratissimo. Ha segnato il suo secondo gol in Champions League (il primo per la Roma) ed è stato il giocatore con più dribbling riusciti in questa gara, la bellezza di sei dribbling, quasi tutti sul malcapitato Azpilicueta. Sull’altro fronte, solo Eden Hazard è riuscito a saltare sei volte il suo diretto avversario. Solo che Florenzi, il terzino che doveva controllare l’esterno belga del Chelsea, non ha mai mollato e nel secondo tempo non ha più perso il contatto con Hazard, mentre Azpilicueta è andato al manicomio, è proprio crollato di fronte a Perotti.

IL COLPO DEL 3-0 – Si è visto bene in occasione del 3-0, quando Kolarov ha dato a Perotti una palla normale, sulla trequarti. L’argentino aveva davanti il terzino spagnolo, a cui non ha dato nemmeno il tempo di capire da che parte sarebbe andato. Perotti gli è scappato via, con la palla incollata al piede, non se l’è mai fatta scappare, ha preso la mira e ha colpito forte, una labbrata che si è infilata fra il palo e il guantone di Courtois.

SEMPRE NEL GIOCO – E’ stato attaccato alla partita dall’inizio alla fine, senza prendersi una pausa, coprendo la fascia davanti a Kolarov, padroni incontrastati di quel corridoio. Ha giocato in tutto 61 palloni, per un’ala sono tantissimi, se si pensa che Fazio, il difensore centrale da cui ripartiva l’azione, ne ha giocati 65, e De Rossi, il regista, 78. El Shaarawy, l’altra ala, è arrivato appena a 44. E’ stato più presente nel gioco di Strootman, perfino di Nainggolan, cresciuto nel secondo tempo.

A FIRENZEAdesso Perotti diventerà un problema per Pioli che lo aspetta domenica a Firenze. Ieri Di Francesco lo ha sostituito a tre minuti dalla fine perché l’Olimpico gli tributasse l’applauso che meritava. Tutti in piedi quando è uscito. Un giocatore che sta così bene è difficile toglierlo di squadra e per questo domenica prossima, al Franchi, toccherà ancora a lui. Invece dello spagnolo Azpilicueta troverà un portoghese, Bruno Gaspar. I due viola sono comunque avvertiti: chi giocherà, avrà di fronte un attaccante in stato di grazia. Fermarlo sarà un’impresa.

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