Il gioco e l’equilibrio. Così la Roma di Paulo ha imparato a volare

Messaggero (A. Angeloni)La mano dell’allenatore, prima non si vedeva, ora sì. Sono cambiate, nel tempo, le situazioni, è cambiato il taglio del vento. Paulo Fonseca si è calato nell’ambiente, è andato oltre gli errori, è sceso a patti con i calciatori, ha sopportato un’aria strana intorno a lui, combattendo con molta signorilità per mantenere il suo posto di lavoro, sempre da solo, senza un ds al suo fianco e con una nuova proprietà che in questa prima fase ha dovuto pensare ad altro. Oggi, la Roma non è una squadra spumeggiante, ma almeno sembra affidabile in ogni reparto. L’affidabilità arriva dai calciatori e dai loro comportamenti, molti dei quali esperti e con pedigree accertato, molti altri giovani di belle speranze ma di talento. Ma sono giovani-vecchi, come Mancini, Ibanez soprattutto Kumbulla. Si sono resi affidabili anche quelli che in estate stavano per partite perché considerati in esubero a fine percorso, gente come Fazio, Karsdorp, a tratti Santon, Bruno Peres e un giorno riavrà anche Zaniolo. Molti altri vanno aspettati, perché attualmente al centro di qualche difficoltà. Mayoral è uno di questi, Pau Lopez per certi versi, è un altro. Entrambi sono sempre stato schierati dal 1′ in Europa League per riacquistare la forma migliore, ovviamente non a scapito del risultato e in questo l’allenatore è stato intelligente: il cambio CristanteMayoral ha permesso a Mkhitaryan di fare il centravanti e di siglare tre reti. I risultati parlano: 14 partite in Serie A senza sconfitta della Roma, non considerando quella arrivata a tavolino a Verona. Fonseca è l’unico allenatore imbattuto in questa stagione, tra coppa e campionato. Ora la Roma è sua e vuole tenersela stretta.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti