Il futuro è Under: «Sono già pronto per fare il titolare»

La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – Il cocco di Erdogan ha la faccia sveglia e il piede sinistro di cui si racconta, non solo si favoleggia. Cengiz Under è quel tempo che in grammatica tradurresti con un futuro semplice tendente al presente, il futuro anteriore è bene lasciarlo stare. Il presidente turco ha voluto salutarlo personalmente il giorno della partenza da Istanbul, aereo di sola andata per Roma. Lui s’è presentato con un gol al Tottenham e una resistenza all’urto contro la Juventus che hanno impressionato Di Francesco. Non al punto di non pensare più di mettergli davanti un titolare – leggere a fianco –, abbastanza però per credere di avere tra le mani un «calciatore di prospettiva sì, ma già importante per il presente». Parola di Monchi, che ha pure aggiunto: «Tra gli acquisti è il giocatore meno conosciuto, ma non per gli addetti ai lavori. Per me è una sfida importante (è costato 14,9 milioni tra parte fissa e bonus, ndr), è giovane ma è già nazionale turco, su di lui c’erano i top club inglesi (i due di Manchester, ndr). Il suo ambientamento sarà più rapido del previsto». E Under pare confermare: «Arrivo da un campionato simile a quello italiano, anche in Turchia c’è grande attenzione alla fase difensiva, mi abituerò presto alla Serie A – ha detto l’esterno offensivo –. Intanto ho iniziato a prendere lezioni di italiano».

PERSONALITA’ – E pure lezioni di calcio, con Di Francesco nelle vesti di maestro: «Mi sento pronto per fare il titolare nella Roma – ha spiegato –, ho dimostrato in Turchia il mio valore, poi si vedranno le mie prestazioni. Il soprannome di “Dybala turco”? In patria mi chiamavano così, c’è questa somiglianza, ma io sono Cengiz, ho le mie qualità, vi ricorderete di me come Cengiz in futuro». Personalità come compagna di viaggio, voglia di dimostrare che quei 15 milioni poco scarsi sono stati ben spesi: «Ho parlato della Serie A con Emre Belozoglu (ex Inter, ndr) e con Salih Uçan (ex Roma, ndr). La Roma non è un trampolino di lancio per andare in un club migliore, voglio diventare qui un giocatore amato dai tifosi». Che – da queste parti si fa così – l’hanno già soprannominato Cencio. Solo per assonanza, benintesi.

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