Il diktat di Manolas: «Chi non ha mentalità vincente vada via da Roma»

La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Kostas Manolas sta con Monchi. E forse nel suo caso i fatti contano più delle parole perché in estate, col contratto ancora da rinnovare e uno stipendio che superava appena i due milioni, il greco ha detto no ai soldi (rubli o dollari che fossero) dello Zenit per restare a Trigoria. Nuovo allenatore, la fama (falsa) di giocatore che creava problemi nel gruppo, Manolas poteva e doveva essere lontano anni luce da Roma, invece ha scelto di restare e oggi è uno di quelli che è a Trigoria da più tempo. Prima di lui, oltre all’eterno Lobont, solo De Rossi, Florenzi, Strootman e Nainggolan. «Chi non ha mentalità vincente, non merita spazio», dice perentorio a Sky.

GINOCCHIO O.K. – Domani contro l’Atalanta sarà in campo, la botta presa contro il Sassuolo è un ricordo, il leader della difesa meno battuta del campionato era e resta lui e l’obiettivo, dal 2014, è sempre lo stesso. «Posso dire che c’era l’offerta dello Zenit ed eravamo vicini, alla fine volevo rimanere qui e sono contento di esserci riuscito. Voglio promettere di dare il massimo perché voglio rimanere ancora». Parole che ai tifosi in genere piacciono, ma stavolta i romanisti si aspettano di più. Intanto, i 3 punti contro l’Atalanta. «È importantissima, dobbiamo ripartire perché non abbiamo trovato i risultati. Abbiamo lavorato benissimo per essere pronti, dobbiamo vincere per forza». Pronto in teoria lo è anche Nainggolan, ma solo oggi Di Francesco svelerà se sarà convocato ed eventualmente giocherà. Manolas è uno degli amici più cari di Radja (che durante la diretta di Capodanno lo tira anche in ballo), insieme si sono divertiti a fare la radiocronaca del derby vinto, e Kostas, pur usando parole ferme, gli è accanto in questo momento. «Lui sa di aver sbagliato,si è scusato. È un campione e un giocatore importante, abbiamo bisogno di lui».

VOGLIA DI GOL – La Roma, però, ha bisogno anche dei gol di Dzeko (e Schick) necessari per uscire da una flessione che nessuno, tantomeno i calciatori, si aspettava. Loro si sono infilati nel tunnel, a loro il compito di uscirne, come la società gli ha fatto ben presente. «Col Genoa e Chievo non abbiamo vinto per sfortuna, anche se non possiamo parlare sempre di quello – ammette Manolas–. Col Torino abbiamo dato il massimo, ma preso due gol evitabili. Con la Juve nel primo tempo eravamo poco cattivi, nel secondo meritavamo di più e alla fine abbiamo perso anche lì. Contro il Sassuolo eravamo 1-0 il primo tempo, potevamo chiuderla prima. Facciamo meno gol, ma creiamo tanto e sono fiducioso di poter riprendere questa situazione, siamo una squadra forte. E sono certo che Dzeko e Schick segneranno perché sono due campioni».

PAROLE E FATTI – Basteranno queste parole a rasserenare i tifosi? In questa settimana si è parlato quasi esclusivamente di Nainggolan e dei suoi botti di Capodanno, ma ad aver mandato su tutte le furie la dirigenza è stato anche l’atteggiamento della squadra dalla sconfitta di Coppa Italia in poi. Manolas, primo ed unico tesserato della Roma a parlare da una settimana ai canali non di casa, sentenzia: «Dobbiamo tutti avere una mentalità vincente perché qui si gioca per questo».

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