Il commento – La condanna alle invenzioni 

Il Corriere Dello Sport (M.Ferretti) – La Roma non conosce mezze misure, e così non si campa bene. Non è questa, però, la nota più stramba dell’intera faccenda. Andiamo con ordine. La Roma o vince oppure perde, non pareggia mai. Nove partite ufficiali in stagione: sei vittorie e tre sconfitte. Con un andamento singolare: quattro trasferte e altrettante vittorie; i tre ko tutti allo stadio Olimpico (e per zero a uno; due su due in campionato al ritorno dalla sosta: c’è un nesso logico?). Roma squadra da trasferta, perciò? Roma, in realtà, squadra tutta da decifrare, ancora da definire, priva di un rendimento equilibrato e, soprattutto, con un enorme problema: il gol. Più in casa che lontano dalla Capitale, a livello numerico, visto che le tre partite che ha chiuso senza segnare le ha giocate davanti al pubblico amico. Ce n’è per tutti i gusti, in sede di analisi. Le sette reti all’attivo in sette gare di campionato sono un’autentica miseria. E questo aiuta a spiegare come mai Gian Piero Gasperini stia ripetutamente cercando (talvolta esagerando, ma perché obbligato…) di trovare soluzioni offensive che possano consentire alla squadra di ovviare ai limiti confezionati da punte spuntate e/o da due attaccanti centrali che non ne fanno mezzo. (…) Allargando il discorso, emerge in maniera chiara che la Roma di Gasperini non potrà mai giocare come l’Atalantadi Gasperini. Almeno fino alla prossima sessione di mercato e dintorni, a essere ottimisti. Per un paio di motivi molto semplici: primo, perché quella Atalanta ci ha messo anni prima di giocare come voleva Gasp; secondo, perché Gasp a Roma non ha gli uomini che aveva a Bergamo. (…) Da qui le continue “invenzioni”. Si lamenta senza lamentarsi platealmente, insomma. Per ora. Lo fa con i fatti, con le scelte non con le parole. Ha chiesto per mesi giocatori (in attacco, soprattutto) con determinate caratteristiche ma il suo appello è rimasto inascoltato. Avrebbe voluto salutare prima dell’inizio del raduno un sacco di gente che invece sta ancora a Trigoria e da lui si pretende il “miracolo”? 15 punti in 7 partite di campionato, considerando la qualità complessiva e la prolificità praticamente nulla degli attaccanti, rappresentano già per conto loro un (mezzo) miracolo. (…)

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