Il colabrodo nel finale costa cinque punti

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Il Corriere della Sera (L.Valdiserri) – Errori individuali, errori di reparto o calo fisico/atletico? Ognuno può scegliere la risposta che preferisce o quella che gli fa più comodo. In ogni caso, i numeri non cambiano: la Roma, in questo campionato, ha subito il doppio dei gol nella ripresa. Sono 6 quelli incassati nel primo tempo e 12 quelli nel secondo, con un picco impressionante nell’ultimo quarto d’ora: tra il 75’ e il 90’ (compreso recupero) ne sono arrivati 8.

Questa è la lista: Dybala 87’ (Roma-Juve 2-1); Manolas (autogol) 85’ (Sampdoria-Roma 2-1); Gonzalez 90’ (Palermo-Roma 2-4); Buchel 75’ (Roma-Empoli 3-1); Babacar 94’ (Fiorentina-Roma 1-2); Thereau 77’ (Roma-Udinese 3-1); Destro 87’ (Bologna-Roma 2-2); Maxi Lopez ‘93 (Torino-Roma 1-1). Alla squadra di Garcia sono costati 5 punti, quelli che oggi la metterebbero al primo posto della classifica insieme all’Inter.

In Champions League c’è stato più «equilibrio»: 9 gol subiti nel primo tempo e 7 nel secondo. I due gol segnati da Kampl (84’) e Mehmedi (86’) in Bayer Leverkusen-Roma 4-4 sono quelli che rendono un po’ più complessa la partita di mercoledì sera contro il Bate Borisov. Senza di loro, infatti, alla Roma sarebbe bastato un pareggio all’Olimpico con i bielorussi per arrivare aritmeticamente agli ottavi di finale di Champions League.

Non c’è dubbio che gli errori individuali pesino, compreso quello dell’assistente di porta Fabbri (e non Massa) in occasione del rigore concesso al Torino. Però la domanda resta: è un calo psicologico o fisico?

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